“Io sono uscito dal Pd col governo Conte Due e credo che quello sia stato l’errore drammatico, perché saremmo dovuti andare alle elezioni. Eravamo di fronte al fallimento del governo populista e bisognava combattere alle elezioni i populisti. Se avessimo fatto quella cosa, i 5 Stelle sarebbero stati al 7% e Conte non sarebbe mai esistito come figura politica“. Sono le parole pronunciate al Festival delle Città dal leader di Azione, Carlo Calenda, che riceve due immediate repliche.
La prima è di un signore del pubblico, che grida: “Sì, e avremmo avuto Salvini come presidente del Consiglio“.
La seconda è del sindaco dem di Ravenna, Michele De Pascale, che risponde: “Veramente il primo a lanciare l’iniziativa del Conte Due è stato recentemente perdonato da Calenda, cioè Matteo Renzi. Quindi, visto che lei perdona, guardiamo al futuro”.
Calenda risponde innanzitutto al signore che è insorto: “Beh, avete fatto una operazione meravigliosa, perché avete messo la Meloni, che è molto meglio di Salvini“. E aggiunge: “L’intervento di questo signore fa capire chiaramente che, se dovesse cadere questo governo, non si andrebbe a nessuna elezione, soprattutto perché non ci vogliono andare i parlamentari, altrimenti si tagliano la gola – continua – È vero che io ho sostenuto il governo Draghi, ma il Conte Due è stato fatto da una forza politica che aveva costruito il suo successo elettorale dicendo che il Pd era un branco di ladri e di delinquenti che rubavano i bambini. E quella roba lì è stata un atto di trasformismo che ha completamente allontanato un pezzo di elettori del Pd. È stata una cosa davvero incomprensibile”.
Calenda poi replica a De Pascale: “Hai perfettamente ragione e infatti su questo con Renzi sono stato più duro che mai. Quello è stato un errore totale, per dentro il Pd c’è ancora una tentazione di andare con tutti al governo. Dopodiché rimane una scelta: tu sei un sindaco del Pd che si sta battendo per fare il rigassificatore. A Roma, che fa schifo peggio di prima, c’è un sindaco del Pd che vuol fare il termovalorizzatore. Queste cose qua non le fate col M5s. E a un certo punto ‘sta roba ve la dovete far uscire di bocca – conclude – perché se non si fanno le alleanze sulle cose da fare, le persone non ci votano più e pensano che siamo un branco di matti. Allearsi oggi col M5s versione Conte, che dice no a tutto, non ha nessun senso, perché significa non fare le cose. E non è vero che il M5s è di sinistra: è qualunquista, tendenzialmente di destra e si salda con la destra. Non ha niente a che fare coi progressisti”.