“Se vieni adesso tengono pronta la ragazza, non ti preoccupare ci mettiamo d’accordo. Mi conoscono tutti da Milano a Napoli”. Parola di “zia Maria”, la 61enne Matilde Macciocchi tra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Dda sul favoreggiamento dell’immigrazione che ha portato all’emissione da parte del gip di 18 misure cautelari. Secondo gli inquirenti gli indagati organizzavano “matrimoni di comodo” tra cittadini italiani compiacenti ed extracomunitari, senza il permesso di soggiorno, in cambio di denaro. I carabinieri della compagnia di Caserta hanno eseguito le misure per le persone che a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a favorire l’illecito ingresso e l’indebita permanenza nel territorio italiano di stranieri clandestini e irregolari.

L’ordinanza cautelare, emessa dall’ufficio gip di Napoli, è stata eseguita nelle province di Napoli, Caserta, Bergamo e Milano, a conclusione di un’attività investigativa, avviata nel luglio 2019. È stata individuata una consolidata organizzazione che aveva come finalità principale il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul territorio italiano. I cittadini italiani percepivano, in cambio della loro disponibilità, un corrispettivo in denaro, mentre ai cittadini extracomunitari veniva richiesta per il servizio una cifra compresa fra i 5mila e i 6500 euro in contanti. In questo modo gli stranieri avevano la possibilità di richiedere il rilascio del permesso di soggiorno.

Nel corso dell’attività d’indagine sono stati riscontrati più di 40 matrimoni fittizi, con un volume d’affari di quasi 200mila euro. Il gruppo criminale era ramificato nei comuni di Napoli, nel Casertano, tra Castel Volturno, Mondragone e San Cipriano d’Aversa, e ad Avezzano, in provincia dell’Aquila. Le 18 misure cautelari prevedono il carcere per cinque soggetti, due obblighi di dimora e gli arresti domiciliari per le altre undici persone. Gli arrestati sono cinque di nazionalità marocchina e 13 italiani, di cui 12 donne.

Matilde Macciocchi, secondo gli inquirenti, risponde di essere pronta con una sposa quando settembre del 2019 ad un immigrato marocchino che la contatta. “Un mio amico vuole matrimonio capito? ” dice esplicitamente lo straniero. In un’altra telefonata intercettata, la Macciocchi “istruisce” uno straniero che ha appena avuto un bimbo garantendogli che ora avrà “subito il permesso. Sei papà di un bimbo italiano nato in Italia, hai capito? Facciamo bordello questa volta“. L’immigrato, che dimora in Lombardia, ricorda poi a Zia Maria di un ragazza da far sposare al cugino. “Dammi una ragazza qui a Milano e il resto ci penso io”, quindi chiude: ma se non ha fatto nulla io ho qui un amico a Milano che fa tutto lui”. Ancora più esplicita un’altra telefonata tra zia Maria e un altro immigrato. “Porta qualcosa per i testimoni – si raccomanda la donna – porta qualcosa di soldi, porta qualcosa per il Comune che facciamo controllo e tutto, domani chiudiamo“.

Secondo la Dda l’organizzazione era capeggiata proprio dalla Macciocchi – nota proprio con il nome della “maga dei promessi sposi” – ed è composta soprattutto da donne l’organizzazione a delinquere. Delle diciotto le misure emesse dal gip di Napoli tredici riguardano appunto donne. La base del gruppo era nel quartiere napoletano di Ponticelli. In carcere anche la donna considerata la factotum Antonietta Noletto.

Zia Maria è una “vecchia conoscenza” dei finti matrimoni, già in passato arrestata e indagata per gli stessi fatti; emblematico un articolo di giornale del 2012 allegato agli atti dagli inquirenti, dal titolo “Donna Matilde, maga dei promessi sposi”. La Macciocchi, oltre ad organizzare il sistema, occupandosi di reperire e ospitare gli immigrati, falsificare i documenti di residenza e gli stati di famiglia, procacciava con la Noletto le ragazze per i matrimoni, spesso indigenti e dunque bisognose, come due sorelle di 27 e 29 anni e una 21enne – finite ai domiciliari – che come le altre “spose” hanno contratto più matrimoni, figurando anche come testimoni per altre nozze di comodo. Una delle donne che lavorava in un bar di Ponticelli si è sposata cinque volte.

Foto di archivio

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