Covid, 45.705 nuovi casi e 66 morti in 24 ore. Gimbe: “Ricoverati in terapia intensiva +44,5% nell’ultima settimana”
Sono 236 i pazienti ricoverati in terapia intensiva nel bilancio tra entrate e uscite (ieri erano 228), ovvero 8 in più, mentre gli ingressi giornalieri sono 37. I ricoverati nei reparti ordinari sono 6.358
Nell’ultima settimana un campanello d’allarme arriva dalle terapie intensive dove i pazienti Covid ricoverati sono aumentati del 44,5%, pur restando lontani dalle soglie di allerta. Mentre continuano a salire i ricoveri anche nei reparti ordinari. Un elemento da non sottovalutare e che deve spingere, avvertono gli esperti, a rilanciare con decisione la campagna vaccinale. Proprio l’occupazione degli ospedali rappresenta infatti uno dei parametri cruciali per il controllo della pandemia e dunque il trend di aumento dei ricoveri va monitorato con attenzione anche se i casi di Covid-19 confermano un rallentamento nella velocità di crescita. Nelle ultime 24 ore sono 45.705 i nuovi contagi registrati, secondo i dati del ministero della Salute, con un tasso di positività del 19,18% tra i 238.253 tamponi molecolari e antigenici effettuati. Le vittime sono 66. Sono 236 i pazienti ricoverati in terapia intensiva nel bilancio tra entrate e uscite (ieri erano 228), ovvero 8 in più, mentre gli ingressi giornalieri sono 37. I ricoverati nei reparti ordinari sono 6.358, 126 in meno. Gli attualmente positivi sono 539.023.
In Italia l’andamento delle curve è fotografato dall’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 5-11 ottobre. Negli ultimi 7 giorni i nuovi casi fanno registrare un +20,3% ma la crescita rallenta ed è meno ripida; in aumento i ricoveri ordinari (+30%) e le terapie intensive (+44,5%) e dopo 6 settimane tornano a salire i decessi (+39,9%). Sul fronte ospedaliero, spiega Marco Mosti, direttore operativo di Gimbe, “si conferma l’inversione di tendenza nelle terapie intensive registrata la scorsa settimana oltre a un ulteriore balzo dei ricoveri in area medica”. In termini assoluti, i posti letto Covid in intensiva, dopo aver raggiunto il minimo di 125 il 25 settembre, sono risaliti a quota a 244 l’11 ottobre; in area medica, dopo aver raggiunto il minimo di 3.293 il 24 settembre, sono arrivati a quota 6.259 l’11 ottobre.
All’11 ottobre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 9,8% in area medica (dal 4% del Molise al 44,8% della Valle D’Aosta) e del 2,4% in area critica (dallo 0% di Molise e Valle d’Aosta al 6,9% del Friuli Venezia-Giulia). L’aumento di ricoveri nelle intensive, chiarisce il virologo Fabrizio Pregliasco all’Ansa, “è una conseguenza dell’aumento dei casi registrato nelle precedenti settimane ed evidenzia come il numero dei casi positivi al virus SarsCov2 sia con grande probabilità molto più alto rispetto a quello registrato ufficialmente. Le terapie intensive sono infatti proporzionali al numero dei casi effettivi di Covid e rappresentano un campanello di allarme”. Al momento, precisa l’esperto, “siamo lontani dalla soglia di allerta di occupazione delle intensive, fissata al 10% a livello nazionale, tuttavia si tratta di un dato da non sottovalutare e che deve spingere ad un rilancio immediato della campagna vaccinale anti-Covid”. Da qui l’invito del virologo ad effettuare al più presto, soprattutto per gli anziani ed i soggetti fragili, la somministrazione della quarta dose insieme alla vaccinazione antinfluenzale.