Non si è mai riunita, non ha prodotto nessuna delle relazioni annuali per la giunta regionale e, probabilmente, non è nemmeno stata costituita: lo si desume dalla risposta che la vicepresidente Elisa De Berti ha dato dopo la denuncia formulata da Erika Baldin (M5s). Non una parola sulla composizioni e le attività, ma solo una replica: "Polemiche strumentali". La grillina: "Ho solo svolto la funzione ispettiva"
Nell’aprile 2012 il consiglio regionale del Veneto ha istituito una Consulta per la sicurezza stradale che aveva come obiettivi l’educazione, soprattutto dei giovani, e la prevenzione degli incidenti stradali. Si trattava di un organismo tecnico-consultivo con il compito di “confronto ed elaborazione per programmi, attività ed esperienze finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza della circolazione”. Non una commissione pro-forma, ma una rappresentanza qualificata composta da 24 persone: oltre a tre assessori regionali, 7 delegati delle province venete, un rappresentante di Unione Province, Anci, carabinieri, Polstrada, vigili del fuoco, Aci, scuole guida, Forum dei giovani, strutture scolastiche, Veneto Strade, Motorizzazioni civili e associazioni vittime della strada. In dieci anni la Consulta non si è mai riunita, non ha prodotto nessuna delle relazioni annuali per la giunta regionale e, probabilmente, non è nemmeno stata costituita. Lo si desume dalla risposta che la vicepresidente della Regione Veneto, Elisa De Berti, ha dato dopo la denuncia formulata da Erika Baldin del Movimento Cinquestelle.
La consigliera regionale un mese fa aveva presentato un’interrogazione chiedendo che cosa avesse fatto la Consulta in questi anni. Ora, dopo il terribile incidente in A4 con 7 morti, ha ribadito: “In Veneto esiste una Consulta regionale per la sicurezza stradale, di cui però non si sente mai parlare. Come mai? Il motivo è molto semplice: la Consulta c’è, ma soltanto sulla carta”. E ha aggiunto: “Nel 2021 in Veneto sono stati 285 i morti sulle strade, gli incidenti 12.403. Dal 2012, anno di istituzione della Consulta ‘fantasma’, il numero non accenna a diminuire, con una media di 303 incidenti mortali. È una vera strage, ma alle parole dovrebbero seguire i fatti, per questo la legge regionale aveva previsto un approccio multi-agenzia, utile ad affrontare il problema in modo coordinato”.
Sulla base di queste affermazioni, ilfattoquotidiano.it ha posto tre domande alla giunta regionale: la Consulta è attiva? Da chi è composta? Quali attività svolge o ha svolto in dieci anni?. La risposta della vice di Luca Zaia è arrivata a stretto giro, ma senza una parola sulla Consulta, che a questo punto è legittimo pensare non sia nemmeno operativa. De Berti attacca, invece, la consigliera Baldin, accusandola di fomentare “polemiche strumentali finalizzate ad una – peraltro insignificante – comparsata sulla stampa locale” e le consiglia “di studiare e informarsi, magari ripassando il diritto amministrativo e la differenza tra organismo consultivo e deliberativo”.
I bla-bla apparterrebbero alla Consulta, i fatti alla giunta regionale, che “non ha mai tagliato le risorse destinate alla sicurezza stradale, anzi ha continuato nello stanziamento di fondi, arrivando ad avviare – dal 2016 ad oggi – opere di sicurezza stradale destinate alla viabilità in gestione ai comuni per oltre 190 milioni di euro e per quasi 600 interventi mirati a risolvere problematiche di sicurezza stradale (rotatorie, percorsi pedonali, piste ciclabili)”. Conclusione: “Rispedisco al mittente ogni critica, che non vorrei interpretare come sciacallaggio. Proprio quest’anno abbiamo siglato un Protocollo d’Intesa per la sicurezza stradale, primi in Italia, per promuovere le attività di formazione e sensibilizzazione al tema della sicurezza stradale nel mondo delle scuole. La sicurezza stradale si costruisce attraverso azioni concrete e tavoli operativi, non in altri modi”. Replica della consigliera Baldin: “Sciacallaggio? Ho solo svolto la funzione ispettiva che rientra tra le mie prerogative. Le dichiarazioni della vicepresidente confermano la fondatezza della questione che ho posto. Viene da chiedersi perché facciano le leggi, se poi non le applicano. E perché non convochino la Consulta per la sicurezza stradale, che è uno strumento utile e non, come sembra sottintendere De Berti, quasi un trascurabile orpello”.