Eccesso colposo di legittima difesa. Con questa accusa la procura di Pavia ha chiuso le indagini su Massimo Adriatici, ex assessore leghista alla Sicurezza del comune di Voghera, che uccise con un colpo di pistola Youns El Bossettaoui. La notifica della chiusura delle indagini precede la richiesta di processo ed è stata confermata dal difensore di Adriatici, Gabriele Pipiceli che ha dichiarato: “Valuteremo quindi quali iniziative difensive intraprendere, ritenuto che il nostro assistito abbia agito in un contesto di piena legittima difesa”.
I fatti risalgono al 20 luglio 2021. Le indagini sono partite dalle immagini delle telecamere di sicurezza di piazza Meardi, che mostrano l’ex assessore camminare dietro la vittima poco prima dello sparo, una “coincidenza quantomeno anomala” per gli inquirenti. Secondo la versione di Adriatici il colpo è partito accidentalmente dopo essere stato spinto da El Bossettaoui. L’ex assessore ha sempre sostenuto di essersi avvicinato all’uomo perché stava importunando alcune persone. “Lo chiamavamo sceriffo per l’atteggiamento, che non era quello di un assessore”, aveva dichiarato il coordinatore del partito “La buona destra” di Voghera, Giampiero Santamaria.
Secondo la procura Adriatici, fu “aggredito” dal migrante e una “violenta manata al volto” ne determinò “l’improvvisa caduta a terra e la perdita degli occhiali che inforcava”. Fu “costretto dalla necessità di difendersi dal pericolo attuale dell’offesa ingiusta provocata dall’aggressione in corso” da parte della vittima la quale “si avvicinava ulteriormente chinando il busto verso di lui per colpirlo di nuovo”. Esplose quindi un colpo d’arma da fuoco con la sua pistola Beretta modello 21 calibro 22 che uccise El Bossettaoui come si legge nell’avviso di chiusura delle indagini. Vi sarebbe comunque stata da parte di Adriatici una reazione non proporzionata al pericolo ma per colpa, non intenzionalmente.