Dopo l’interrogatorio di garanzia del 10 ottobre scorso, il giudice per le indagini preliminari di Potenza, Antonello Amodeo, ha disposto gli arresti domiciliari per Francesco Piro (ex capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Basilicata) in carcere dal 7 ottobre scorso nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità lucana coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza come riporta l’Ansa che cita l’avvocato Sergio Lapenna. Piro si era dimesso subito dopo la notifica dell’ordinanza. Resta ai domiciliari, Maria Di Lascio, sindaca di Lagonegro (Potenza). Di Lascio, per effetto della Legge Severino, è stata sospesa dall’incarico di sindaco con un provvedimento del prefetto di Potenza, Michele Campanaro.

Inoltre il gip ha modificato le altre tre misure cautelari. In particolare, per l’assessore regionale della Basilicata all’agricoltura, Francesco Cupparo (Forza Italia) l’obbligo di dimora a Francavilla in Sinni (Potenza), la sua città di residenza, è stato trasformato nel divieto di dimora a Potenza. Analogo provvedimento per l’ex assessore alla sanità e attuale consigliere regionale Fdi, Rocco Leone, residente a Policoro (Matera). Per effetto della Legge Severino, con il divieto di dimora nel capoluogo lucano – sede della Regione Basilicata – sia Cupparo sia Leone saranno sospesi dalla cariche. Per il direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera, è stata invece revocata la misura cautelare del divieto di dimora nel capoluogo lucano, mentre è stata confermata la misura interdittiva all’esercizio di funzioni pubbliche.

Con lettere inviate ai presidenti della Giunta, Vito Bardi e del Consiglio regionale, Carmine Cicala”, Francesco Cupparo (Forza Italia) ha “rassegnato le dimissioni da assessore e da consigliere regionale” della Basilicata. Cupparo, indagato nell’inchiesta sulla sanità lucana, dopo la decisione presa dal gip di Potenza, Antonello Amodeo, è sottoposto al divieto di dimora a Potenza e quindi, per effetto della Legge Severino, era sospeso dalle cariche. “Intendo in questo modo, da semplice cittadino, poter difendermi – ha evidenziato Cupparo in un comunicato – dalle imputazioni e dalle accuse che mi sono state mosse senza coinvolgere le istituzioni che ho servito in tutti questi anni. Una scelta dolorosa ma che ho ritenuto necessaria in coerenza con la lealtà nei confronti delle istituzioni, la trasparenza di comportamento, l’interesse del bene comune che hanno da sempre caratterizzato il mio impegno politico-istituzionale”.

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