“È stato il nostro campione nell’interazione con l’Italia. […] Egli è stato la voce più forte in consiglio dei ministri a favore dei nostri comuni interessi nell’ambito della sicurezza”. Siamo a gennaio 2010 e a scrivere è David Thorne, all’epoca ambasciatore statunitense in Italia. Il cablo, “confidenziale” e svelato al grande pubblico da Wikileaks classificandolo come 10ROME83_a, è destinato al Segretario alla Difesa Usa Robert Gates.
Ma chi è quell’“egli” di cui si parla in toni tanto lusinghieri? Ignazio La Russa. Sì, proprio il neo-eletto Presidente del Senato. Quali sono gli “interessi” che persegue l’accumulatore di cimeli del Duce? L’Italia, per Washington, non è un Paese come gli altri. “È il nostro più importante alleato in Europa per proiettare la potenza militare nel Mediterraneo, in Nord Africa e in Medio Oriente” (cablo 09ROME1132). E si capisce che l’allora ministro della Difesa del Governo Berlusconi IV è una figura assolutamente chiave.
Già prima della nomina ufficiale, l’aveva comunicata al Console Generale statunitense, aggiungendo che tra le sue priorità ci sarebbe stato l’aumento del bilancio delle Forze Armate (cablo del 23 aprile 2008), obiettivo da sempre perseguito dagli Usa, che a più riprese lamenterà una certa riluttanza da parte del Parlamento italiano ad assecondare i desiderata di Washington.
Una volta diventato ministro, La Russa diventa “un amico degli Usa che porta a casa risultati”. Gli Stati Uniti, infatti, devono portare a casa diversi obiettivi, non tutti di facile realizzazione. Devono innanzitutto far sì che i Paesi Nato mandino più truppe sui teatri di guerra in giro per il mondo, ma in Europa soprattutto le resistenze non mancano. Devono poi continuare a sviluppare il proprio sistema logistico-militare, le basi militari; troppo spesso sta accadendo che movimenti antimilitaristi e istituzioni locali stiano mettendo i bastoni tra le ruote. Infine, occorre che gli statunitensi coinvolti in operazioni all’estero non rientrino nel raggio della magistratura italiana, la cui indipendenza dal potere politico è un deprecabile problema, anche per Washingnton. Nemmeno a dirlo, in tutti e tre i campi La Russa è ben felice di mettersi sull’attenti e obbedire!
1. “La Russa, una rarità in Europa, è un grande sostenitore della missione Nato in Afghanistan e non teme di esporre pubblicamente la necessità di continuare l’impegno dell’Italia in questo paese.” E, infatti, l’ambasciatore Thorne può annunciare al Segretario della Difesa che è proprio merito di La Russa (e del Ministro degli Esteri Frattini) se Berlusconi si è convinto ad approvare e annunciare l’aumento di mille militari prima ancora di aver consultato il Parlamento, così da essere il primo Paese Nato a farlo, potendo esibire il titolo di cane più fedele.
2. “In passato La Russa ha fatto, su nostra richiesta, utili dichiarazioni pubbliche sulla questione MUOS”. La costruzione del nuovo sistema di comunicazione globale satellitare MUOS a Niscemi, Sicilia, preoccupa molto la diplomazia a stelle e strisce. Così come alcuni problemi sorti in merito “al riconoscimento formale […] del sito di supporto US Navy a Gricignano (Napoli) quale base militare nell’ambito del Nato Sofa del 1951”. C’è il precedente positivo della cooperazione italo-statunitense per l’espansione dell’aeroporto Dal Molin di Vicenza, così da consentire un più ampio e rapido spiegamento della 173sima Airborne Brigade Combat Team. Ma, soprattutto, “possiamo richiedere l’aiuto di La Russa”.
3. “La Russa è stato di grande aiuto per persuadere il ministro della Giustizia a sostenere le nostre asserzioni affinché venga applicata la giurisdizione prevista dal Nato Sofa per il caso che vede imputato il colonnello Romano”. Il colonnello Joseph Romano era implicato nel rapimento operato da Cia e servizi segreti italiani di Abu Omar, accusato – in maniera infondata – di terrorismo. L’ex imam di Milano fu rapito nel capoluogo lombardo e trasferito nel suo Paese d’origine, l’Egitto, dove fu imprigionato e torturato. Gli Usa erano preoccupati che qualche cittadino statunitense potesse pagare il prezzo di questo crimine. Per la cronaca, Romano, condannato in via definitiva nel 2012, fu graziato nel 2013 dal Presidente Napolitano. Allo stesso modo dei 23 agenti Cia condannati e graziati da Obama.
Eccolo a voi, quindi, Ignazio La Russa. “Istintivamente pro-americano” il nuovo Presidente del Senato. Con indirizzo in Piazza Madama, ma a Washington Dc, Usa.