Poco meno di un anno fa la Giunta per le immunità aveva votato no ai domiciliari per il berlusconiano Luigi Cesaro. Ora non essendo più un parlamentare della Repubblica sono stati notificati gli arresti domiciliari emessi nei suoi confronti dall’autorità giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta della Dda e del Ros di Napoli su un presunto patto politico-mafioso a Sant’Antimo (Napoli). Secondo gli inquirenti esisteva una relazione d’affari tra la famiglia Cesaro e il clan Puca. A giugno 2020 l’indagine portò in carcere Antimo Cesaro, fratello di Luigi, mentre furono disposti i domiciliari per gli altri fratelli Aniello e Raffaele Cesaro. I fratelli dell’ex senatore, un anno fa, erano stati assolti.
Con la notifica delle misure cautelari si apprese che i pm avevano chiesto il carcere per Luigi Cesaro. Richiesta “congelata” dal gip, che prima di pronunciarsi ha trasmesso le carte al Senato affinché procedesse alla valutazione preliminare dell’utilizzabilità di alcune intercettazioni. Conversazioni ritenute determinanti per la tenuta dell’impianto accusatorio. A maggio Palazzo Madama ha dato l’ok solo per alcune di quelle telefonate. Di qui la rimodulazione della stessa richiesta cautelare, alleggerita dalla Procura con la istanza di domiciliari per il senatore azzurro un tempo molto vicino a Berlusconi. Valutazione accolta dal gip Maria Luisa Miranda, che aveva disposto i domiciliari. Luigi Cesaro si è sempre difeso dichiarandosi completamente estraneo alle vicende contestate.
Oltre che il concorso esterno in associazione mafiosa all’ex senatore viene contestato anche il reato di corruzione elettorale, aggravato per avere agevolato un’organizzazione camorristica. Quest’ultimo reato sarebbe stato commesso, secondo gli inquirenti, in occasione delle elezioni regionali in Campania del 2015. “Confermiamo che il senatore Luigi Cesaro, in coerenza con le scelte adottate da tempo in ordine alla rinuncia alla candidatura e pertanto all’immunità parlamentare, si è recato, da noi accompagnato, presso i Carabinieri per consentire l’immediata notifica e l’esecuzione dell’ordinanza cautelare a suo carico – dichiarano gli avvocati Alfonso Furgiuele e l’avvocato Michele Sanseverino – “Da questo momento il nostro assistito potrà dedicarsi interamente alla propria vicenda processuale ponendosi completamente a disposizione dell’autorità giudiziaria per contribuire all’accertamento della verità e fornire tutti i chiarimenti necessari a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestatigli”.