Una macchina da soldi, anche in senso più figurato. Con la nuova controllata The Future Is Neutral, Renault punta a 2,3 miliardi di euro di giro d’affari nel 2030 (1,5 fra tre anni) con un margine operativo del 10% spingendo al massimo sul recupero dei materiali dei veicoli. L’obiettivo, come ha spiegato il Ceo del gruppo francese Luca de Meo, è quello di “far entrare il riciclo in una nuova era e diventare il leader europeo dell’economia circolare nel settore automotive”. Nella nuova società confluiscono le altre realtà del sistema “chiuso” di Renault: Gaia, Indra e Boone Comenor e Refactory.

L’invasione russa dell’Ucraina e, ancora prima, la carenza di semiconduttori e perfino il prolungato blocco del canale di Suez dovuto all’incagliamento di una portacontainer hanno dimostrato la fragilità della filiera. Se la leva della sostenibilità ambientale non era finora bastata a motivare le case automobilistiche, adesso sono arrivate quelle economiche e geopolitiche. Il rodio, il metallo più prezioso al mondo impiegato nei catalizzatori per auto, viene estratto in una manciata di miniere del pianeta e la produzione annuale è di appena 25 tonnellate, l’equivalente del peso di 10 Suv. La domanda dell’industria dell’auto corrisponde all’85% dell’offerta (anche del palladio), che assorbe anche il 40% della produzione di litio e platino. La neutralità delle risorse è diventata una necessità per evitare pericolosi “colli di bottiglia”.

Vicino al proprio quartier generale di Monaco di Baviera, nel Recycling & Demontage Zentrum (RDZ), Bmw ad esempio già recupera fra i 4.000 e i 15.000 euro di materiale per auto, batteria esclusa, che da sola incide almeno per il 40% sul prezzo di una macchina. Da ciascun veicolo vengono estratti fra i 20 e i 30 kg di rame e già in fase di progettazione la casa tedesca sviluppa i componenti affinché possano venire smontati più facilmente.

La progressiva elettrificazione, hanno fatto sapere da Parigi, farà lievitare la domanda di nickel (di otto volte), litio (di sette volte) e cobalto (cinque volte) e recuperare sarà redditizio. Il giro d’affari di The Future Is Neutral è legato alla differenza tra la percentuale di riciclabilità dei veicoli e quella dei materiali riciclati effettivamente impiegati: la prima è dell’85%, la seconda arriva al massimo al 30%.

Philippe Bahuaud, numero uno di TFIN, ha fissato alcuni obiettivi per i prossimi 8 anni: raddoppiare la quantità di acciaio riciclato (da 1,8 milioni di tonnellate a 3), triplicare il riuso del platino (da 300 a 1.000 kg) e moltiplicare per sei il recupero di plastica e rame (da 1.300 tonnellate a 9.000). Sulle batterie del parco elettrico si comincerà a lavorare nel 2024 puntando a 4.500 tonnellate di materiali. Nel complesso, il gruppo conta di quadruplicare il numero di veicoli a cui metterà a mano alla fine del loro ciclo di vita: da 300.000 a 1,2 milioni.

Con The Future Is Neutral, il gruppo vuole anche mettersi “al servizio dei costruttori automobilistici e di tutta la filiera”. E, ha fatto sapere de Meo, per sostenere gli investimenti (circa 500 milioni di euro entro il 2030), la società apre una quota minoritaria del suo capitale.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Gruppo Hyundai, la mobilità del futuro ruoterà attorno al software

next
Articolo Successivo

Audi e Care’s, insieme per un messaggio di sostenibilità a 360° da Venezia all’Italia

next