Il presidente del sindacato delle toghe apre il 35esimo congresso dell'associazione alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, del vicepresidente del Csm David Ermini e del sottosegretario di via Arenula Francesco Paolo Sisto, dato per probabile nuovo Guardasigilli. E torna a criticare le riforme della ministra uscente: "Senza le necessarie risorse, il rischio è di produrre diritti e garanzie di carta"
“Se non si pone attenzione alla tenuta dell’impianto organizzativo, se non si provvede a dotare il sistema delle necessarie risorse il rischio di una riforma è di produrre diritti e garanzie di carta“. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia torna ad attaccare le riforme che portano il nome della ministra della Giustizia uscente, Marta Cartabia. Lo fa aprendo il 35esimo congresso del sindacato delle toghe, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, del vicepresidente del Csm David Ermini e del sottosegretario di via Arenula Francesco Paolo Sisto, dato per probabile nuovo Guardasigilli. Le critiche più dure sono ancora per la riforma dell’ordinamento giudiziario, che ha introdotto strumenti di valutazione e nuovi illeciti disciplinari considerati “punitivi” da giudici e pm: la legge “fa correre il rischio di veder intaccato il modello di magistrato delineato in Costituzione: un magistrato che si distingue soltanto per diversità di funzioni, che non ha capi gerarchici, che segue logiche di giustizia e non logiche produttivistiche di aumento incontrollato delle statistiche”.
“Esplosi gli scandali” sulle nomine al Csm, l’Anm “non è rimasta inerte“, rivendica Santalucia: “Stiamo facendo i conti con gli errori del passato” e gettando le basi per una “più efficace prevenzione delle cadute etiche. In tutta sincerità, non ho visto fare altrettanto ad altre categorie professionali che hanno conosciuto e conoscono simili cadute”, sottolinea. Parlando del futuro governo, esprime “la speranza che sia finalmente messa da canto la pulsione, che in questi recenti anni abbiamo visto invece ravvivata, di poter mettere in riga l’ordine giudiziario, profittando delle difficoltà e del calo di credibilità”. E affronta anche il tema dell’elezione dei dieci componenti laici del prossimo Csm, uno dei primi compiti delle nuove Camere: “Siamo fiduciosi” che “il Parlamento saprà nominare una componente laica di alta statura che, per cultura giuridica e sensibilità istituzionale”, agevoli “il compimento di un processo di rinnovamento che, come sempre è accaduto, non può prescindere dalla buona volontà di donne e uomini”.