Madeleine: una data, un ricordo, un personaggio - La rubrica del venerdì de ilfattoquotidiano.it: tra cronaca e racconto, i fatti più o meno indimenticabili delle domeniche sportive degli italiani
“E tu chi sei?”. Già, capita che questa domanda un lettore di “Ti Ricordi” se la faccia, di fronte a racconti di calciatori ormai spariti dai radar e dalla memoria. La stessa domanda l’avrà posta Massimo Taibi 25 anni fa vedendosi sbucare davanti e segnare dopo soli due minuti il protagonista di oggi… Ben più singolare che la domanda l’abbia posta (davvero) Vujadin Boskov (nella foto, ndr) al calciatore in questione… quando faceva parte della nazionale da lui guidata. Già: lo ricorderanno almeno i tifosi del Lecce Dejan Govedarica, centrocampista acquistato da Peppino Pavone nell’estate del 1997 per metterlo a disposizione della squadra di Prandelli appena salita in Serie A.
Un Lecce cui dare sostanza anche con acquisti importanti e internazionali per affrontare un campionato difficilissimo: e allora ecco che la dirigenza punta su una vecchia conoscenza del calcio italiano, Jean Pierre Cyprien che giovanissimo aveva fatto una fugace apparizione al Toro tre anni prima, e intanto aveva messo a curriculum buone stagioni al Rennes e al Neuchatel Xamax. E poi il centravanti ucraino Atelkin, il gigante inglese Daniele Dichio e il centrocampista serbo Dejan Govedarica. Ben due miliardi sborsati dal Lecce per assicurarselo dagli olandesi del Volendam: Dejan era già un giocatore affermato, nel giro della nazionale ormai da anni dopo essere cresciuto nel Vojvodina di Novi Sad.
Centrocampista di rottura ma con un gran fisico e discreti mezzi tecnici, seppur molto lento, Govedarica viene inserito da Prandelli nel centrocampo giallorosso, ma le prime prestazioni, complice la sua velocità, sono pessime. E’ tutto il Lecce però che non gira e colleziona cinque sconfitte consecutive nelle prime cinque giornate di Serie A. 13 gol subiti e solo 3 gol fatti, contro Udinese, Juventus, Roma, Inter e anche nel derby col Bari. Alla sesta gara i salentini già ultimi in classifica sembrano condannati a prolungare ulteriormente la serie di sconfitte visto l’impegno a San Siro contro il Milan di Capello, Kluivert e Weah.
E invece in un Meazza che festeggia il ritorno di Roberto Donadoni dopo l’esperienza nei Metrostars passano solo due minuti: Taibi, portiere rossonero, si ritrova di fronte e solo in area Govedarica, che sul bel cross di Rossi colpisce splendidamente di testa mandando i suoi in vantaggio. Savicevic si fa espellere e il Lecce riesce a guadagnarsi due calci di rigore in 90 secondi: uno viene sbagliato da Palmieri, l’altro segnato da Casale. Col Milan in 10 i giallorossi riescono ad arginare gli attacchi rossoneri, solo Cyprien con un autogol permette di accorciare le distanze, ma il risultato alla fine è la vittoria per 2 a 1 degli uomini di Prandelli grazie al primo assolo di Govedarica.
Ma è un’illusione: il Lecce vincerà solo altre cinque volte e retrocederà in B, Govedarica oltre a guadagnarsi il soprannome di “Cadaverica” dai tifosi farà molto poco, col nuovo ds Corvino che lo venderà al Waalwjik, ancora in Olanda, senza troppi rimpianti. In nazionale Dejan giocherà sia il Mondiale 1998, scendendo in campo solo nella sfortunata gara contro la Germania che precluderà ai suoi l’accesso agli ottavi di finale, sia all’Europeo del 2000 con la squadra guidata da Boskov.
Proprio a Vuja si lega uno degli aneddoti più curiosi della carriera di Govedarica: il centrocampista scende in campo nella folle partita contro la Spagna che termina 4 a 3 per le Furie Rosse e segna anche un gol. La mattina dopo la gara in albergo gli si avvicina l’allenatore e con aria torva gli fa: “Ragazzo, sai che per indossare quella tuta devi essere un componente della nazionale jugoslava? Chi sei tu?”. Non l’aveva riconosciuto neanche il suo allenatore, o magari era solo una delle solite burle del mitico Vuja, chissà.