“Piangeva così tanto che era difficile capire ciò che diceva. Mi raccontò che era andata a cena con il padrone della stanza che aveva affittato su Airbnb, che neanche avrebbe voluto uscirci. L’aveva fatto per gentilezza, per non farlo rimanere male. Una volta rientrati, ha detto, lui l’ha violentata in cucina“. A parlare è una ragazza statunitense, che racconta la telefonata ricevuta la notte del 16 aprile 2019 da una sua amica, una connazionale che si trovava in viaggio in Europa, la vittima della violenza descritta. Da Berlino – dove fa la babysitter – la testimone è arrivata a Bergamo per deporre in aula: l’uomo accusato della violenza è Almir Fernando San Martin Perez, mediatore culturale di 61 anni di origini peruviane. La presunta vittima era atterrata a Orio al Serio il 15 aprile 2019 con un volo dalla Grecia, per poi ripartire per Berna il giorno successivo: all’epoca aveva appena compiuto 25 anni e per la notte aveva affittato una stanza nell’appartamento dell’imputato, in via San Bernardino alta, a Bergamo.
Lui nega con fermezza e racconta che una volta arrivati a casa, dopo aver mangiato e bevuto in un paio di locali, si erano baciati e accarezzati, ma che lei era consenziente e il rapporto non si spinse oltre. La sua difesa sostiene che i suoi problemi fisici gli avrebbero impedito di avere un rapporto sessuale completo. Secondo la ragazza, invece, l’uomo le abbassò i pantaloni con la forza e la violentò. “Non mi diede molti dettagli e io non glieli chiesi, per non farla stare peggio, era sotto choc, ma mi fece capire che c’era stato un rapporto completo“, ha riferito l’amica davanti ai giudici. La vittima si è costituita parte civile e al momento si trova in Australia. Sua madre, arrivata con il marito dal North Carolina, ha ribadito il racconto già fatto dall’amica, sottolineando come il giorno dopo la figlia abbia rivelato anche a lei per telefono di aver subito la violenza.