Se ci fosse ancora, il Corpo Forestale dello Stato festeggerebbe oggi i due secoli dalla sua fondazione. Era infatti il 15 ottobre del 1822 quando Carlo Felice di Savoia, Re di Sardegna, costituì l’Amministrazione forestale, destinandola alla custodia e alla tutela dei boschi. Ma sappiamo bene che la Forestale, finita sotto la scure del Governo Renzi, non esiste più ormai dal 2016. Con un decreto ferragostano di “razionalizzazione delle funzioni di polizia” i forestali vennero assorbiti dall’Arma dei Carabinieri.
È stato di sicuro un modo maldestro di affrontare la questione irrisolta delle tante forze di polizia, aperta negli anni Settanta ma poi accantonata a causa di impenetrabili barricate corporative. Al legislatore sfuggì evidentemente che la metamorfosi dei forestali in militari dell’Arma avrebbe comportato una gravissima compressione di diritti costituzionali: dalla piena libertà sindacale si passò al divieto di sindacalizzazione (sic!).
La storia successiva ci racconta che, sebbene la riforma sia stata inevitabilmente bocciata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e poi persino dall’Avvocatura dello Stato, né Governo né Parlamento hanno trovato il tempo di rimediare a quel pasticcio. E certo non si può ritenere che il problema sia stato superato dalla legge n. 46 del 2022, che ha concesso ai militari un modello sindacale troppo simile alla vecchia “rappresentanza” già a disposizione dei lavoratori con le stellette.
Peraltro questo sacrificio dei diritti sull’altare dell’efficienza non pare aver prodotto gli effetti sperati. Che l’integrazione della Forestale nei Carabinieri non si sia tradotta in una crescita qualitativa delle investigazioni a tutela dell’ambiente è scritto nero su bianco nella relazione conclusiva della Commissione parlamentare sulle ecomafie.
Renato Nitti, Procuratore Capo di Trani, ascoltato in audizione, non ha usato mezzi termini: “L’accorpamento [fatto con il decreto legislativo n. 177 del 2016] del Corpo Forestale dello Stato non ha ancora dato quel risultato di rafforzamento della strategia investigativa che qualcuno sperava che vi fosse, anzi se si vanno a censire, sarebbe utile chiedere quante sono le notizie di reato che spontaneamente le stazioni dei carabinieri forestali oggi mandano in qualsiasi tema del reato ambientale e del delitto penale dell’ambiente, ma temo che i numeri potrebbero provocare anche qualche imbarazzo, nella misura in cui quello che prima era un presidio, una sentinella costante quantomeno sui reati paesaggistici, oggi non svolge con la medesima costanza quel tipo di lavoro”.
Ebbene ora siamo tutti curiosi si scoprire cosa accadrà nella prossima legislatura. Rinascerà il Corpo Forestale o il tema sarà definitivamente archiviato? Secondo Luciano Silvestri, responsabile Legalità e Sicurezza della Cgil, la vicenda della Forestale non può essere dimenticata: “Certo è che l’operazione, condotta dal Governo Renzi, di sopprimere il Corpo Forestale e far confluire la stragrande maggioranza del personale nell’Arma dei Carabinieri, forza armata a ordinamento militare, è stata un’operazione che ha militarizzato coattivamente una platea vasta di lavoratori, rendendoli privi di qualsiasi diritto sindacale e senza ottenere alcun risultato dal punto di vista dell’efficienza e dell’efficacia. È stata un’operazione sbagliata rispetto alla quale la Cgil si è opposta cercando di contrastarla non solo sul piano sindacale ma anche sul piano legale. Ci auguriamo che ci sia a questo proposito un ripensamento e che si possa riaprire un tavolo negoziale”.
Dello stesso avviso è Silvano Filippi, segretario nazionale del Siulp: “Come Siulp abbiamo vissuto la militarizzazione del Corpo Forestale come un pericolosissimo regresso. Lungi dall’aver reso più produttiva l’attività dei forestali, l’accorpamento all’Arma dei Carabinieri ha rivelato le fragilità insite in un forzoso, innaturale innesto. Mi rendo conto che, data la congiuntura, proporre di ricreare una amministrazione autonoma può apparire quasi blasfemo. Mi limito a osservare come rinunciare ad avere uno slancio di coraggio in tal senso non sia una prospettiva degna di miglior apprezzamento. Perché quanto ci viene restituito dalla cronaca quotidiana sui guasti provocati dalla sistematica aggressione all’ambiente spiega, meglio di qualsiasi altra riflessione, come non ci si possa permettere il lusso di privarci di professionisti dediti in via esclusiva alle funzioni che erano di competenza del disciolto Corpo Forestale”.