I nostri grandi esperti, coloro che abbiamo eletto per governare, in Italia e in Europa, fanno finta di non sapere cosa sia una guerra nucleare. Fingono che “apocalisse nucleare” sia un’iperbole vuota di significato. Eppure la cinematografia mondiale ci dovrebbe aiutare a farci un’idea di quale sarebbe la nostra vita dopo una escalation nucleare – per quelli che resteranno vivi, s’intende. I sopravvissuti vivranno nei sotterranei, sotto terra. Basta partite di calcio in tv, basta supermercati, basta stipendi, basta vacanze, etc etc. Proprio basta. Stoltenberg e Metsola diventeranno degli insulti per generazioni.

Oggi invece gli studenti manifestano contro l’alternanza scuola lavoro. Tutti i media e i politici in Europa parlano del caro bollette e price cap sul gas. Come se la minaccia atomica riguardasse solo i titoli dei giornali o esclusivamente l’Ucraina. In caso di escalation nucleare il problema del caro bollette sarà risolto, non ci sarà più la corrente elettrica ma solo candele. Il problema del price cap sarà risolto, ci scalderemo con la legna.

Nessuno mi può accusare di essere filo-putiniano, coloro che mi conoscono sanno che personalmente detesto Putin non dal 24 febbraio ma da 20 anni. Quel pazzo furioso prima o poi morirà (pace all’anima sua) ma il mondo sarà ancora vivibile, se la smettiamo di armare Zelensky e gli ucraini, ai quali oggi, grazie alle nostre armi inviate in questi lunghi mesi, è vietato per legge trattare la pace con la Russia! Capolavoro del paradosso logico made in Ue/Nato. Per giunta senza che nessuno alzi la cornetta e gliene dica quattro.

Quel paradosso iniziato il 24 febbraio per cui l’Ucraina è Europa, intesa surrettiziamente come Ue. A Kiev io ci sono stato per un mese, quattro mesi prima dell’invasione russa: credetemi, è molto più europea Istanbul che Kiev. Nel mondo ci sono altre decine di popolazioni schiacciate dall’invasore, da una dittatura spregevole e odiosa: perché nessuno manda armi anche lì? E allora per che cosa stiamo rischiando la terza guerra mondiale? Per il gas? Risposta sbagliata ovviamente. Per salvare la democrazia in Ucraina? Solo un pazzo sceglie di salvare la democrazia e abbandonarsi all’apocalisse. Ma questo è esattamente quello che stanno scegliendo per noi i nostri governanti.

Nel momento in cui scrivo mi trovo a 30 km da una delle più grandi basi Nato (Ghedi) con centinaia di testate nucleari. Ve lo scrivo con tutta l’onestà possibile, con il cuore in mano e con un grande senso di liberazione: a me dell’Ucraina non frega un fico secco. Lasciamo queste poche milioni di persone nelle mani di una dittatura per qualche anno e salviamo la nostra civiltà, le nostre città e milioni e milioni e milioni di cittadini del mondo inermi e innocenti.

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