di Giuliano Checchi
Cosa ci porta l’inizio della legislatura?
1) Il centrodestra vincitore alle elezioni, già diviso e in lite furibonda. E questa non è una sorpresa. Certo, quando una coalizione che si avvia ad avere la maggioranza non riesce ad accordarsi prima, manco in privato, su ministri e presidenti di camere, è dura assai che trovi il collante. Il potere? Ah, certo, ma quando tutti ne vogliono la parte più grossa, e nessuno si tira indietro. Silvio è imbufalito oltremodo, e lui non passa sopra affronti come quello subìto ieri. Ai conti sul libro della partita doppia è più che abituato il dare, ha almeno da tornare in pareggio con l’avere.
2) Giorgia Meloni già si ritrova a dover ricorrere ai “responsabili”, prima ancora di aver avuto il mandato. Mica male.
Ostentano sicurezza, e dicono che c’è già una maggioranza più larga di quella uscita dalle urne. Si spingono ad affermare che potranno fare a meno di Forza Italia. Sicuro, e per contare su chi? Su Matteo Renzi?
3) Già, Renzi. Rientrato in Parlamento solo grazie al soccorso di Carlo Calenda, si dà subito da fare con i doppi giochi per un pugno di poltrone. I 17 voti in più andati a La Russa non possono che provenire dai suoi e dai residui renzioti nel Pd.
D’altronde, che era disponibile a fare da stampella l’aveva ben dichiarato. Adesso puntellerà il futuro governo Meloni. Magari con l’obiettivo di portarlo a schiantarsi, e far tornare il governo Draghi o chi per lui. In questo avrà l’appoggio dell’establishment. Proprio un bell’inizio di legislatura. Fra dinosauri, postfascisti, franchi tiratori, mercenari e sabotatori. Bello