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Sci, pasticcio Fisi: Roda eletto presidente per la quarta volta (contro la legge) ma il voto è a rischio annullamento

Il presidente uscente si è ricandidato per quarta volta (quando la legge stabilisce un massimo di tre mandati) e ha vinto col 57,6% dei consensi. La sua elezione, tuttavia, è sub iudice: il Collegio di garanzia dovrà stabilire se Flavio Roda fosse effettivamente eleggibile. Ma potrebbe non finire qui

L’agognata poltrona è ancora lì, sotto le terga del proprietario che vi siede sopra da dieci anni. Ma la sedia scotta e non è improbabile che l’attuale inquilino di via Piranesi venga costretto a traslocare. Intanto Flavio Roda, dirigente bolognese, 74 anni, ex allenatore di Alberto Tomba, può festeggiare: grazie al voto degli sci club (ha ottenuto il 57,6% dei consensi), continuerà a guidare la Federazione italiana sport invernali. Per quanto potrà farlo? In teoria quattro anni, fino alle Olimpiadi di Milano-Cortina. Ma sulla sua elezione deve esprimersi il Collegio di garanzia del Coni (a breve) e, in seconda battuta, non è escluso che si debba esprimere il Tar. Il motivo? Roda inizia il quarto mandato alla presidenza della Fisi, quando la legge dello Stato (legge 8/2018) stabilisce, nero su bianco, il limite massimo agli incarichi: tre.

LA STORIA – Come si è arrivati a questo punto, impensabile fino a pochi mesi fa? La vicenda ha ufficialmente inizio quando il 27 di maggio scorso, la Fisi (cioè Roda) aggiorna il proprio regolamento, cioè il Regolamento organico federale, inserendo all’articolo 46 che “i presidenti e i membri degli organi federali […] sono rieleggibili nelle rispettive cariche, nel limite massimo di tre interi mandati quadriennali, anche non consecutivi”. Inserendo, dunque, la parolina magica “interi” (non contemplata dalla legge). Sì, perché Roda subentrò a mandato in corso, nel 2012, dopo che la Fisi venne commissariato per alcune irregolarità nelle elezioni di Giovanni Morzenti. Nell’ottobre del 2018 lo stesso Coni, attraverso un parere, aveva spiegato che conta solo il numero di mandati (e non la durata). Ma tant’è. Nel frattempo, però, Valentina Vezzali, allora sottosegretaria allo Sport, si interessa alla vicenda e scrive al presidente del Coni, Giovanni Malagò. Gli dice, in sostanza, che se l’attuale presidente tira dritto, la sua azione si qualifica come “atto violativo del principio democratico di funzionamento della stessa istituzione, tale da configurare una grave irregolarità nella sua gestione“.

LA GUERRA DI RICORSI – Oltre a Roda si candidano quattro persone: Alessandro Falez, imprenditore romano, 67 anni, maestro di sci; Stefano Maldifassi, ingegnere, 52 anni, con un passato da atleta di livello di skeleton; Angelo Dalpez, 72 anni, giornalista, a lungo dirigente Fisi (in estate si dimette dalla vicepresidenza proprio in polemica con Roda, che aveva espresso la volontà di ricandidarsi); e, infine, Giacomo Bisconti, 49 anni, istruttore nazionale, presidente della Coscuma. I primi tre presentano i ricorsi contro la candidatura di Roda, ma il Tribunale federale, per due volte, li rigetta. La motivazione è sempre la stessa: Roda ha rispettato il regolamento della Fisi, peraltro approvato dal Coni.

E arriviamo al presente. Il Collegio di garanzia del Coni (che funziona da organo di terzo grado) giovedì 13 ottobre (due giorni prima delle elezioni), nella persona dell’avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli, ha proposto ai tre ricorrenti e ai legali della Fisi di evitare di convocare l’udienza (prevista per quel giorno) e ha chiesto alla stessa Federazione di rinviare, autonomamente, le elezioni per consentire al Collegio di esprimersi, nel merito, sulla candidatura di Roda. Gli avvocati avevano accettato l’invito ma da via Piranesi è arrivato un secco “no”. Contestualmente, i tre hanno rinunciato “alla discussione del ricorso con riferimento alla richiesta di emissione di provvedimento cautelare”. Così il Collegio si è riunito e ha confermato l’assemblea.

ELEZIONE SUB IUDICE – Roda, come detto, ha vinto col 57,62% dei voti (Maldifassi ha ottenuto il 28,98%, Dalpez l’8,18% e Falez il 4,56%). Bisconti, secondo la ricostruzione che aveva anticipato ilFattoQuotidiano.it un mese fa, si era candidato su impulso dello stesso Roda per garantire continuità con l’azione del presidente uscente qualora a quest’ultimo fosse stato impedito di presentarsi alle elezioni. In accordo con questa ipotesi, il capo degli istruttori nazionali, dal palco dell’Hangar Bicocca, dove si è tenuta l’assemblea, ha annunciato, poco prima del voto, il proprio ritiro dalle elezioni.

Che cosa succede ora? L’iter del Collegio di garanzia prosegue e nel giro di pochi giorni – un paio di settimane – si pronuncerà sui ricorsi di Falez, Maldifassi e Dalpez. Qualora venissero accolti, e dunque Roda giudicato ineleggibile, la Fisi andrà incontro a un nuovo commissariamento sino a nuove elezioni. Non è da escludere, tuttavia, che il Collegio lasci le cose come stanno. A quel punto i tre candidati avrebbero la possibilità di rivolgersi al Tar, coi tempi che si dilaterebbero ulteriormente. Un bel pasticcio, dunque, le cui conseguenze potrebbero trascinarsi a lungo e investire direttamente le Olimpiadi di Milano-Cortina.

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