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Iran, rivolta nel carcere di Evin: 4 morti e 61 feriti. Farnesina: “Alessia Piperno sta bene”. Biden: “Governo opprimente”

Nella struttura sono detenuti i prigionieri politici, ed è lì che si troverebbe anche l'italiana Alessia Piperno. Il presidente Usa sostiene le proteste e accusa Teheran, che risponde duramente: "Dichiarazioni di un politico esausto"

Spari, urla, detenuti che gridavano “morte al dittatore”. Nell’Iran travolto dalle proteste dopo la morte di Mahsa Amini, la ragazza fermata dalla polizia religiosa perché non indossava correttamente il velo, anche nel famigerato carcere di Evin a Teheran sono scoppiati violenti scontri che hanno provocato morti e feriti: almeno 4 le vittime delle sommosse, secondo quanto si apprende, mentre coloro che sono rimasti coinvolti senza però perdere la vita sono 61. È li che si troverebbe detenuta l’italiana Alessia Piperno e proprio a Evin, dove le ong per i diritti umani sostengono venga anche usata la tortura, sono rinchiusi i prigionieri politici. La Farnesina ha fatto comunque sapere che la travel blogger italiana sta bene e non è rimasta coinvolta nei disordini.

Biden: “Governo opprimente”. Teheran: “Dichiarazioni di un politico esausto” – Sulla rivolta è intervenuto Joe Biden, che nelle ultime settimane si è ripetutamente espresso a sostegno delle proteste. “Ho un enorme rispetto per le persone che manifestano nelle strade”, ha detto il presidente americano parlando con i giornalisti al seguito in Oregon, aggiungendo che il “governo iraniano è opprimente”. Dichiarazioni a cui Teheran, per bocca del portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, ha risposto duramente, ribadendo che “l’Iran non sarà indebolito dalle interferenze e dalle dichiarazioni di un politico ‘esausto’. La vostra abitudine – ha intimato Kanani rivolgendosi al presidente Usa – è di abusare di situazioni di disordine, ma ricordate: qui c’è l’Iran”. Nel carcere di Evin sono detenuti anche prigionieri americani e il Dipartimento di Stato Usa ha dichiarato che l’Iran è “pienamente responsabile della sicurezza dei nostri cittadini detenuti ingiustamente, che dovrebbero essere rilasciati immediatamente”, aggiungendo che Washington stava seguendo i rapporti sull’incidente “con urgenza”.

In serata anche l’Alto rappresentante per la Politica Estera Ue, Josep Borrell, ha scritto su Twitter di seguire “l’evoluzione dei rapporti sulla situazione nella prigione di Evin. Le autorità iraniane sono responsabili della vita di tutti i detenuti, compresi i difensori dei diritti umani e i cittadini dell’Ue. Ho espresso la mia più seria preoccupazione al ministro degli Esteri Aabdollahian. Ci aspettiamo la massima trasparenza sulla situazione”.

La rivolta nel carcere – Secondo l’ong basata a Oslo Iran Human Rights, è scoppiato un incendio a seguito di una rivolta di detenuti che ha interessato la sezione 7 del carcere, dove ci sono stati scontri con le guardie. Testimoni hanno detto che si sono uditi spari e gruppi di persone si sono radunate nei pressi della prigione urlando slogan. I rivoltosi avrebbero dato fuoco ad un deposito di vestiti, causando un rogo. Secondo questa fonte, i detenuti ammutinati sono stati separati dagli altri, che sono rientrati nelle loro celle. Gli scontri e le fiamme avrebbero provocato 8 feriti, secondo le fonti ufficiali. Alcuni testimoni riferiscono che nel carcere sono state udite esplosioni e colpi d’arma da fuoco. La polizia ha sparato gas lacrimogeni anche contro le famiglie degli attivisti e degli studenti che sono stati arrestati durante le proteste che dalla morte della giovane Mahsa Amini attraversano il paese, e che si erano radunate intorno alla prigione.

(immagine d’archivio)