Fondata nel 1999 da Tom Vernon (all'epoca caposcout del Manchester United per l'Africa), l'accademia è considerata oggi una delle più floride centrali del talento dell'Africa subsahariana: nel 2015 ha rilevato i danesi dell'FC Nordsjaelland: da allora ha prodotto una lunga serie di calciatori di alto livello, ultimo il centrocampista offensivo dell'Ajax
In quella che forse sarà ricordata come la peggiore serata della storia europea dell’Ajax, asfaltato 1-6 all’Amsterdam Arena dal Napoli, l’unico a regalare una nota positiva agli ajacidi è stato Mohammed Kudus, l’autore dell’illusoria rete del vantaggio degli olandesi. Non è stato un caso: il ventiduenne ghanese, corteggiato in estate da diverse squadre di Premier League, è l’ultimo, luccicante diamante messo in vetrina dalla costosa boutique ajacide. Sbarcato ad Amsterdam nella difficile estate del 2020, dopo essere stato pescato dai Lancieri nel campionato danese, Kudus è letteralmente esploso in questo avvio di stagione, attirando su di sé le attenzione di tutti i top team europei: in 14 partite giocate, tra Eredivisie, Champions League e Supercoppa d’Olanda, ha già messo a referto 8 reti e 1 assist.
Un exploit figlio anche della scelta di Alfred Schreuder di sfruttarne la versatilità per farne il punto di riferimento centrale dell’Ajax, impiegandolo come falso nove – un ruolo in cui aveva già dimostrato di essere parecchio a suo agio anche ai tempi del Nordsjaelland – dopo gli inizi da centrocampista offensivo. Il passaggio in Danimarca è stato estremamente formativo per Kudus sotto questo punto di vista: “Al Nordsjaelland, Kudus ha sviluppato vari aspetti del suo gioco, abituandosi a giocare in diverse posizioni, tra cui centrocampista centrale, falso nove, centrocampista largo e persino attaccante esterno ecc.”, ha ricordato Dramani Mas-Ud Didi, uno dei primi tecnici di Kudus nelle nazionali giovanili ghanesi.
Eppure tutto questo non era così scontato. Nato e cresciuto a Nima, una baraccopoli di Accra, quando era ancora un bambino è stato scartato dal Feyenoord (anche perché all’epoca giocava da terzino sinistro), dopo essere entrato nella West African Football Academy, una scuola calcio con cui il club olandese vantava una partnership di lungo corso. In quel momento, però, a credere fortemente in lui è stata la Right to Dream Academy, rimasta impressionata dalle straordinarie qualità di Kudus in una serie di incontri nel campionato U11. Da quel momento in poi la carriera di Kudus è stato un crescendo, fino alla firma con i danesi del Nordsjaelland, una tappa quasi obbligata per tutti i talenti formati dalla Right to Dream.
Fondata nel 1999 da Tom Vernon (all’epoca caposcout del Manchester United per l’Africa), mentre allenava i Great Olympics di Accra, la Right to Dream è considerata oggi una delle più floride centrali del talento dell’Africa subsahariana. Dotata di 8 campi in erba sintetica, in tutti questi anni l’accademia ha sfornato oltre 140 diplomati, di cui 61 sono poi diventati pro, senza però mai lasciare senza un paracadute chi non ce l’ha fatta. “Degli iniziali 16 ragazzi, tre hanno finito per giocare per la nazionale ghanese, cinque sono diventati professionisti in Europa e sei si sono laureati presso le università di divisione uno in America”, ha ricordato Vernon a Forbes. La missione sociale, per Tom Vernon, è stata sempre importante almeno quanto quella sportiva. Insomma, la persona viene prima del calciatore: “Adoriamo lavorare con i bambini e amiamo lavorare nel calcio giovanile. E se questa è la tua motivazione iniziale, non puoi pensare che se un ragazzo ha una brutta stagione, allora lo mandi a casa. Cerchiamo di non trattare i giocatori come numeri o merce da plusvalenze“.
La vera svolta, però, è arrivata nel dicembre 2015, quando la Right To Dream ha rilevato l’FC Nordsjaelland, un club di massima divisione danese, mettendo subito Vernon al timone in qualità di presidente. Si è trattato di un fatto epocale: per la prima volta, infatti, un sodalizio africano metteva le mani su una una società europea. I benefici dell’operazione erano evidenti: la partnership con l’FCN, un club fondato nel 2003 sulle ceneri del Farum Boldklub, ha permesso ai migliori talenti forgiati dall’accademia di confrontarsi con un contesto di gioco europeo, sperimentando sin da subito un livello di gioco più elevato, e quindi di accelerare il percorso di crescita. Ed anche i risultati non sono tardati ad arrivare: dall’arrivo di Vernon, le Tigri giallorosse sono sempre finite nella top six del campionato danese, nonostante abbiano mandato in campo una delle formazioni più giovani d’Europa. Per dire, venti giocatori under 21 hanno già assaporato il campo in questa stagione e, in una delle ultime garhe, pareggiata 1-1 contro il Copenaghen, l’allenatore Flemmin Pedersen ha schierato una formazione con l’età media di 22 anni e mezzo.
In futuro l’obiettivo è vincere anche qualche trofeo, ma senza snaturare l’identità della squadra: “Il primo obiettivo è creare l’ambiente giusto e aiutare i giovani calciatori a formarsi e crescere. I risultati, poi, verranno di conseguenza”, ha ribadito Vernon. La parola chiave è sostenibilità. Le entrate del mercato sono fondamentali per assicurare la sopravvivenza del club. Il player trading, quindi, diventa inevitabilmente il core business del Nordsjaelland, il cui roster è composto per oltre l’80% da giocatori svezzati dalla Right to Dream Academy: dal 2016 ad oggi la società danese ha incassato più di 80 milioni di euro per i cartellini dei suoi giocatori, con le cessioni di Sulemana (al Rennes per 15 milioni), Kudus (all’Ajax per 9 milioni) e Damsgaard (alla Sampdoria per circa 7 milioni), a spiccare su tutte le altre.
L’abilità di saper coniugare i conti ai risultati in campo non è sfuggita a Man Capital. La società d’investimento del gruppo egiziano Mansour ha fiutato l’affare e lo scorso gennaio è entrato a far parte del club, diventando l’azionista di maggioranza con un esborso da oltre cento milioni di sterline. Tra gli obiettivi del gruppo c’è anche quello di costruire una nuova accademia in Egitto, ma il modello operativo rimarrà lo stesso, anche se Vernon non è più nella stanza dei bottoni. Diversi giocatori sono già sui taccuini dei più importanti club europei, pronti a seguire le orme di Kudus e Sulemana. Il più accreditato a partire la prossima estate, regalando l’ennesima plusvalenza al club danese, è il classe ’04 Andreas Schjelderup, finito nel mirino di Jurgen Klopp dopo un sensazionale avvio di stagione con 7 centri all’attivo.