La ragazzina ritrovata cadavere nel 19° arrondissement, a pochi metri da casa sua. Arrestate otto persone. Si segue anche la pista del traffico d'organi
Sgozzata, rannicchiata e legata. La storia di Lola Daviet, 12 anni, ritrovata in un baule nel centro di Parigi, ha lasciato sotto choc la Francia e ancor più il 19° arrondissement, il quartiere dove viveva la ragazzina con la sua famiglia. E ora arriva il risultato dell’autopsia: la giovane è morta per asfissia. “È orribile, orribile, ho paura di lasciare i miei figli nel quartiere”, ha detto la madre di uno studente di quinta elementare Georges-Brassens, la stessa dove Lola frequentava la seconda media. La direzione scolastica ha annunciato che lunedì mattina saranno allestite “cellule di sostegno psicologico”.
Il corpo della piccola è stato ritrovato venerdì notte da un clochard: la piccola era tutta raggomitolata, con i polsi e le caviglie legati, ormai cadavere con una ferita profonda alla gola, la testa quasi staccata. Sul suo corpicino, secondo fonti dell’inchiesta, sarebbero state “apposte” due cifre un 1 e uno 0. Tutto sarebbe avvenuto nello stabile in cui viveva e dove il papà fa il custode. Una famiglia tranquilla, i Daviet, che con i loro due figli spesso il venerdì, dopo l’uscita da scuola, partivano per andare dai nonni in campagna vicino a Parigi.
Venerdì però Lola, uscita alle 15 da scuola, proprio dietro casa, non è arrivata. Il padre si è allertato, ha chiesto a tutti i vicini e a chi incontrava davanti al portone se avessero visto la piccola, pensando fosse andata a giocare nel vicino giardino con le amichette. Niente. Della bambina bionda non c’era nessuna traccia e la prima idea del papà è stata controllare la registrazione della videocamera di sorveglianza: le immagini mostravano Lola, nell’androne del palazzo, una giovane donna che le si avvicinava e la prendeva per un braccio facendole segno di seguirla. La bambina aveva l’aria preoccupata ma la seguiva.
E subito è scattata l’allerta rapimento, i messaggi drammatici della madre sui social, gli interrogatori della polizia, a tappeto, prima agli abitanti del palazzo, poi ai commercianti. Fino ad avvicinarsi alla tragica verità, arrivata con la testimonianza raccolta da un vicino, al quale la donna che aveva avvicinato Lola aveva chiesto di aiutarla a trasportare una valigia molto pesante. Aveva un “comportamento strano” – è emerso – e l’uomo ha esitato ad aiutarla ma lei gli ha promesso un mucchio di soldi provenienti “da un traffico di organi”. Da questa frase trapelata dalla testimonianza di ieri, si è diffusa la voce più folle e terribile. Sul rapimento c’è stata subito certezza, scotch e un taglierino sono stati trovati poco lontano.
Le immagini della videosorveglianza e la testimonianza del vicino raccontano che dopo aver rifiutato di aiutare la donna con la valigia l’aveva vista trascinare il bagaglio fino ad un’auto, una Dacia Lodgy. I gendarmi l’hanno rintracciata all’alba, a Bois-Colombes, nella banlieue nord-ovest di Parigi. Nessun dubbio sul suo coinvolgimento, le hanno anche sequestrato materiale simile a quello usato per il rapimento di Lola. È stata arrestata, insieme ad altre 7 persone, che però sono soltanto in stato di fermo per le indagini. Fra questi, il clochard che ha ritrovato il baule con il cadavere della bambina, non sospettato. La donna, che ha 24 anni e sarebbe di aspetto maghrebino, è apparsa in condizioni tali da consigliare agli inquirenti di sottoporla a perizia medica prima di interrogarla.