Televisione

Da Alessandro Cattelan a Pierluigi Diaco passando per Can Yaman: i ‘flop’ non sono tutti uguali, ecco perché

"Ci abbiamo provato", il refrain. Male. Cara vecchia tv, c'è qualcosa che non va. Perché l'innovazione in molti casi non c'entra, il rischio fisiologico nemmeno. Perché il nuovo somiglia al vecchio, anzi è più vecchio del vecchio, ha logiche di natura politica, manageriale, aziendale che ne giustifica l'esistenza

di Giuseppe Candela

Non tutti i flop sono uguali. Non tutti hanno lo stesso peso, non tutti sono definitivi. In coro urlano al boom, in tanti cercano le cinquanta sfumature per non parlare di insuccesso. La collocazione, la concorrenza, il target amico, i costi, il traino, le condizioni sfavorevoli ma, primo su tutti, il tentativo di innovazione.

“Ci abbiamo provato”, il refrain. Male. Cara vecchia tv, c’è qualcosa che non va. Perché l’innovazione in molti casi non c’entra, il rischio fisiologico nemmeno. Perché il nuovo somiglia al vecchio, anzi è più vecchio del vecchio, ha logiche di natura politica, manageriale, aziendale che ne giustifica l’esistenza. Maria De Filippi fa le carezze a Canale 5 mentre la tiene in piedi, Rai1 si appoggia sulle spalle di Amadeus, Carlucci, Conti e Clerici. I successi sono nelle riconferme, un po’ per tutte le reti. Lì mentre spuntano i flop annunciati. Strillati, previsti.

Avevano sospeso le giocate un secondo dopo l’annuncio. Il flop di Pierluigi Diaco non era nemmeno quotato. Senza aver mai brillato prima, con le polemiche in sottofondo per l’amicizia (dichiarata) con Giorgia Meloni. “BellaMa‘” al posto di “Detto Fatto” sotto il 3% di share con costi da Rai1. Davvero nessuno aveva immaginato che un programma dedicato alla Generazione Z, condotto da un volto che non ha alcun appeal sui giovani, contro “Uomini e Donne”, avrebbe fatto flop?

Elisa Isoardi, fu lady Salvini, è tornata su Rai2. La domenica pomeriggio contro Mara Venier e Maria De Filippi, tra Lucia Annunziata e le partite di serie A. “Vorrei dirti che…“, questo il titolo, è fermo al 2%. Cucina e racconta storie. Una cosa mai vista prima. Pagata a una società esterna. Un format senza guizzi in una fascia complicata fa flop. Pagina uno del “Manuale della Tv”.

Paolo Conticini conduce un programma su Rai2. Paolo Conticini conduce un programma su Rai2. Ripetuto due volte, per rendere chiaro il concetto. Sì, Paolo Conticini conduce un programma su Rai2 e, sorpresa, non funziona. “Una scatola al giorno“, un quiz prodotto dalla Stand by me di Simona Ercolani, è crollato sotto il 2% di share. La stessa società ha proposto, sempre sulla seconda rete al sabato pomeriggio, “Ti sembra normale?“. A noi no, ma il programma condotto da Pierluigi Pardo ha ottenuto il 2,2% di share. Era solo la prima ma nel cast è presente la sondaggista Alessandra Ghisleri a cui potevano chiedere: come andranno quiz fatti male in fasce difficili? “Peggio della Lega alle ultime elezioni”, l’unica risposta possibile.

La7 ha organizzato una riunione per risolvere lo storico problema del preserale. “Ci serve un game forte condotto da un volto popolare per trainare il tg di Mentana”, il tema sul tavolo. Qualcosa deve essere andato storto. La rete di Urbano Cairo ha acquistato “Lingo” in onda per la prima volta 30 anni fa, condotto di recente da Magalli su Rai2 e prodotto anche questo (non c’è due senza tre) dalla “Stand by me”. Per condire il tutto alla conduzione Caterina Balivo, volto lontanissimo dal target della settima rete. Il risultato? Il programma lo guardano Ciro, Michele, Carmela e Giulio. I parenti dei dirigenti e della conduttrice. Il totale arriva allo 0,7-0,8% di share. Meno della metà dei telefilm trasmessi a costo zero. Mentana in questi giorni con il “Diario politico“, in onda al posto di “Lingo”, vola al 5% di share. Dopo la formazione del governo riceverà a casa una statua con le sue sembianze.

Alessandro Cattelan flop o non flop? Il conduttore è sbarcato nella seconda serata di Rai2 con lo show copia e incolla di Sky. “Stasera c’è Cattelan” si aggira tra il 2-3% (con picchi sotto il 2 e altri sopra il 3%). Un bottino magro, complice una rete quasi spenta in prime time con diversi titoli rinviati, e buoni numeri su RaiPlay. Perché la seconda serata (eccezione Costanzo) vive di traino ma il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno è accompagnato da una sentenza (nota a molti, scritta da pochi): Cattelan non sposta pubblico. E in Rai si aspettavano di più.

Rai1 si può godere la crescita del daytime e i successi dell’intrattenimento (Ballando con le Stelle, Tale e Quale Show e Arena Suzuki) ma Lino Guanciale questa volta non ha fatto centro. La fiction “Sopravvissuti” si è fermata al 15%. Rai2 ha lanciato “Top-Tutto fa tendenza” con la nuova conduzione di Greta Mauro: 2,7%. Secondo i sondaggi l’altro 97,3% guardava nel vuoto mentre si chiedeva: ma chi è Greta Mauro? RaiSport ha testato ieri al pomeriggio “Domenica Dribbling” diviso in tre blocchi con più conduttori (compresa Paola Ferrari) che spettatori: 1,3%, 1,7%, 3,2%.

Canale 5 nella fascia più importante ha maggiori problemi. “Viola come il mare” era stata studiata nel laboratorio “successo fiction assicurate”. Volti in target (Can Yaman e Francesca Chillemi), battage pubblicitario senza precedenti, società di produzione (Lux Vide) che spopola in Rai. Ma 2+2 in tv non sempre fa 4. Avranno sbagliato porta e citofonato alla “Ares” di Tarallo? La serie ha perso cinque punti in due settimane. Non è una novità ma è nuova la collocazione. “Emigratis” di Pio e Amedeo è fermo al 14% di share su Canale 5, numeri inferiori alle attese. Al di là delle polemiche il programma fa i conti con una durata eccessiva (lo schema diventa ripetitivo) e la messa in onda sulla rete sbagliata. Il programma non è da Canale 5 ma da Italia1. Enrico Papi ha invece bisogno di titoli nuovi dopo aver messo mani su due format certamente non inediti: “Big Show” e “Scherzi a parte”. Due flop su due. E con la panchina che si avvicina.

Tommaso Zorzi continua la sua striscia di programmi poco fortunati. Su RealTime “Tailor Made” ha ottenuto l’1,1% di share. Battuto da Rai4, Iris e dal canale 20, doppiato da Rai Premium. Gli influencer non spostano pubblico. La politica sposta pubblico ma non per Monica Giandotti che, nonostante elezioni e caos di questi giorni, alla conduzione di “Agorà” riesce a fare peggio dell’edizione condotta da Luisella Costamagna. Ma ora è tempo di novità. Perché è pronto il format della svolta, il programma che eviterà i flop: “Tutto si poteva prevedere“, condotto dal Divino Otelma e Giucas Casella. Che poi si tornerà al solito punto: “Solo quando lo dico io”. “Io” di turno, per un “loro”.

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