La proposta di sviluppare un nuovo indice di prezzo complementare per il Gnl, alternativo rispetto al Ttf di Amsterdam, sta provocando un calo delle quotazioni del 13% con il gas scambiato a 123 euro per megawatt/ora. Stamane la Cina ha ingiunto agli operatori energetici statali PetroChina, Sinopec e Cnooc, di interrompere la rivendita di Gnl acquistato dall'estero ad acquirenti disposti a pagare prezzi più alti come i paesi europei
La Commissione europea propone di introdurre un price cap dinamico e temporaneo al gas “per evitare un’eccessiva volatilità dei prezzi e prevenire picchi estremi sul mercato dei derivati energetici”. E’ quanto si legge nella bozza del nuovo pacchetto di misure contro il caro energia che sarà presentato domani dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) “avrà il compito, sulla base delle relazioni presentate dalle autorità nazionali competenti, di coordinare l’applicazione di questo meccanismo in tutta l’Unione e di documentare le divergenze”. Per “dinamico” si intende la determinazione di una prezzo massimo e minimo tra cui il prezzo può fluttuare.
La proposta di un tetto dinamico “di emergenza” viene segnalata come “misura di ultima istanza” volta a “stabilire un prezzo dinamico massimo al quale le transazioni di gas naturale possono essere effettuate sui mercati spot Ttf a condizioni specifiche”. Se attivata, potrà restare in vigore “per un periodo non superiore ai tre mesi”. “Al fine di garantire l’assenza di effetti negativi – evidenzia Bruxelles -, la misura dovrebbe consentire scambi di gas fuori borsa, non pregiudicare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas dell’Ue e i flussi intra-Ue, non comportare un aumento del consumo di gas e non pregiudicare la stabilità e il funzionamento ordinato dei mercati dei derivati energetici”. La Commissione raccomanderà inoltre che gli Stati membri rafforzino la cooperazione per la protezione e sottopongano a stress test le infrastrutture chiave, a cominciare da quelle energetiche e poi le altre strategiche come le comunicazioni, i trasporti e lo spazio.
Davanti alla crisi energetica, oltre alla piattaforma di acquisti comuni, “la Commissione europea propone intese” di solidarietà “direttamente applicabili” a livello comunitario e tra i diversi Stati membri “in assenza” di accordi bilaterali tra loro. Bruxelles propone di “estendere l’obbligo di fornire solidarietà agli Stati membri non collegati con gli impianti di Gnl”. Questo, si evidenzia, “garantirà che saremo preparati e pronti ad agire nel caso in cui questi accordi saranno necessari”. L’esecutivo Ue indica inoltre di stare esaminando “la necessità di ulteriori proposte” dedicate a quelle regioni d’Europa che “si trovano ad affrontare una crisi di approvvigionamento maggiore rispetto ad altre”.
Stamane la Cina ha ingiunto agli operatori energetici statali PetroChina, Sinopec e Cnooc, di interrompere la rivendita di Gnl acquistato dall’estero ad acquirenti disposti a pagare prezzi più alti come i paesi europei. La decisione di Pechino è motivata dalla necessità di garantire il soddisfacimento del fabbisogno interno per la stagione invernale.
Se la situazione dovesse peggiorare Bruxelles è “pronta, se necessario, a far scattare l’allerta Ue” per rendere obbligatorio il taglio del 15% dei consumi di gas già concordato. E’ quanto si evince dalla bozza. La Commissione indica anche la possibilità di “proporre, se giustificata, una proroga del regolamento” sul taglio dei consumi, modificando “l’obiettivo di riduzione della domanda di gas”.
Per aiutare famiglie e piccole aziende la Commissione propone un uso flessibile, mirato e temporaneo, delle risorse dei Fondi di sviluppo regionale, del Fondo sociale europeo e dei fondi di Coesione nei programmi 2014-2020. La parte del Fesr sarebbe destinata a sostenere il capitale circolante delle piccole e medie imprese più esposte. Dal Fse arriverebbero misure a sostegno delle famiglie. Contro il rischio disoccupazione, poi, dai tre fondi potrebbero arrivare sostegni ai lavoratori, anche autonomi. Mentre altre risorse potrebbero venir liberate dal React Eu. Si ipotizzano anche cofinanziamenti del 100% agli Stati Ue, fino a un massimo complessivo di 5 miliardi per il 2023 da risorse del Fesr, Fse, Coesione e React-Eu, per interventi strutturali nelle politiche sostegno della produzione energia pulita ed efficienza energetica.
La Commissione europea conferma l’intenzione di modificare il suo quadro temporaneo di crisi sugli aiuti di Stato per dare ai governi Ue più spazio per sostenere le loro imprese davanti al caro energia. Il quadro aggiornato prevede “maggiori opportunità per gli Stati membri di sostenere le imprese che ne hanno più bisogno, pur mantenendo condizioni di parità all’interno dell’Ue”, evidenzia l’esecutivo Ue, assicurando che “tutte le richieste dei governi Ue” saranno trattate “in modo rapido e coerente” affinché “tutte gli interventi di aiuto raggiungano effettivamente le famiglie e le imprese”.
La proposte della bozza e in particolare l’ipotesi di sviluppare un nuovo indice di prezzo complementare per il Gnl, alternativo rispetto al Ttf di Amsterdam, hanno provocato un calo delle quotazioni del 13% con il gas scambiato a 123 euro per megawatt/ora, sui minimi dallo scorso giugno. Contribuisce ad deprimere le quotazioni anche il buon livello di riempimento degli stoccaggi raggiunto in Europa e previsioni meteo su un inverno che non sembra annunciarsi come particolarmente rigido. I depositi di gas europei sono pieni in media al 92% (Germania 95,6%, Italia 94%). La Commissione europea propone inoltre “di dotare l’Ue degli strumenti giuridici per l’acquisto congiunto di gas”. La piattaforma comune dovrebbe “coordinare il riempimento” degli stock e prevede “una partecipazione obbligatoria degli Stati membri all’aggregazione della domanda per almeno il 15% del volume di riempimento dello stoccaggio”.