Di Marina Ovsyannikova si erano perse le tracce lo scorso 4 ottobre, quando il marito ne aveva denunciato la scomparsa. Ma ora, rivela il suo avvocato Dmitry Zakhvatov, la giornalista russa dissidente si trova in Europa insieme alla figlia di 15 anni. La donna, nota per essersi presentata in diretta sulla tv russa con un cartello con scritto “No War” a caratteri cubitali, era quindi evasa dagli arresti domiciliari dove si trovava da luglio. Era infatti stata arrestata dalle forze dell’ordine russe in base alla legge che punisce la divulgazione di false informazioni sulle forze armate del Paese. Le pene detentive previste arrivano fino a 15 anni. “Stanno bene e aspettano di potersi esprimere pubblicamente, anche se non è ancora certo che lo faranno”, ha aggiunto Zakhvatov.
Nonostante il feroce giro di vite sul dissenso, in questi mesi Ovsyannikova – che da aprile era stata è stata assunta come corrispondente del quotidiano tedesco Die Welt – non ha mai smesso di schierarsi contro quella che il Cremlino si ostina a chiamare “operazione militare speciale”, nella quale hanno perso la vita decine di migliaia di persone. A luglio la reporter ha manifestato da sola piazzandosi in una via non lontana dal Cremlino con in mano un cartello in cui definiva Vladimir Putin “un assassino” e denunciava la morte di bambini in Ucraina, mentre sul marciapiede c’erano due bambole e un peluche sporchi di vernice rossa. È proprio per questa protesta contro le atrocità dell’offensiva ordinata da Putin che Marina Ovsyannikova rischiava in Russia dieci anni di reclusione.