Ma quale andare a Canossa. Altro che tre giorni inginocchiato, altro che cessione dello scettro del centrodestra a Giorgia Meloni. Il volto tirato immortalato dalle telecamere all’uscita da via della Scrofa lunedì sera diventa l’ennesimo ritorno da protagonista a neanche ventiquattr’ore di distanza. Silvio Berlusconi dice di aver ripreso a sentire Vladimir Putin scambiandosi regali e lettere: rivelazioni – che Forza Italia ha provato a smentire – cristallizzate in un audio e destinate a mandare in fibrillazione la maggioranza con il rischio di incrinare anche l’immagine del governo nascente in Europa. E intanto l’ex Cav. riapre anche i giochi di governo, prova a rimescolare le carte rilanciando il ruolo di Maria Elisabetta Casellati. Il pallino è sempre lo stesso: il ministero della Giustizia. Almeno quello, dopo il ‘no’ stentoreo a Licia Ronzulli, subito piazzata come capoguppo al Senato, nella squadra di governo e l’altrettanto fermo diniego al ministero dello Sviluppo economico, che custodisce la delega alle telecomunicazioni, affaire carissimo all’editore di Mediaset.

Lo show dell’ex premier – Dopo la stringata nota comune di prassi dopo il faccia a faccia, Berlusconi si riprende la scena a modo suo: appena si ritrova davanti alle telecamere, ecco lo show, poi proseguito di fronte ai parlamentari forzisti per l’elezione dei capigruppo. Non si contiene e nei suoi interventi mescola tutto: rapporti interni alla coalizione, lezioni di bon ton istituzionale a Meloni, il nascente esecutivo – arrivando a elencare i ministeri che spetteranno a Fi e a chi – nonché la politica estera con affermazioni destinate a far discutere. E che hanno messo in imbarazzo Forza Italia. Il partito ha provato a smentire, ma un audio pubblicato da La Presse conferma in toto le parole. Di fronte ai neo-eletti il fondatore degli azzurri ha rivelato di aver “riallacciato” i rapporti con Putin – che il 23 settembre aveva già in parte difeso – e di aver ricevuto dal capo del Cremlino un regalo per il suo compleanno, venti giorni fa. “I ministri russi hanno già detto in diverse occasioni che siamo noi in guerra con loro, perché forniamo armi e finanziamenti all’Ucraina – ha detto – Io non posso personalmente fornire il mio parere perché se viene raccontato alla stampa viene fuori un disastro, ma sono molto, molto, molto preoccupato. Ho riallacciato i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto”.

Le smentite di Fi – Talmente tanto da aver ricevuto per il suo 86esimo compleanno, lo scorso 29 settembre, un sostanzioso regalo: “Venti bottiglie di vodka e una lettera dolcissima“. Uno scambio alla pari: “Gli ho risposto con bottiglie di lambrusco e con una lettera altrettanto dolce”. Quindi un giudizio scentratissimo sull’invasione dell’Ucraina rispetto a quanto sta avvenendo e al riposizionamento filo-atlantico del resto della coalizione di centrodestra: “Io l’ho conosciuto come una persona di pace e sensata…”. E la chiusura: “Sono stato dichiarato da Putin il primo dei suoi cinque veri amici”. Una ricostruzione che il partito è costretto a smentire a stretto giro, sottolineando che l’ex presidente del Consiglio raccontava vecchi aneddoti. “Roba del 2008”, taglia corto Antonio Tajani, candidato a guidare il ministero degli Esteri. Ma l’audio catturato da La Presse conferma che le parole dell’ex presidente del Consiglio sono riferite a un periodo recente. E non basta neanche un secondo comunicato del partito a spegnere l’incendio: “La posizione di Forza Italia e del presidente Silvio Berlusconi rispetto al conflitto ucraino e alle responsabilità russe, è conosciuta da tutti, è in linea con la posizione dell’Europa e degli Stati Uniti, ribadita in più e più occasioni pubbliche. Non esistono né sono mai esistiti margini di ambiguità”. Eppure è proprio un altro passaggio dell’intervento dell’ex Cav a smentire anche questo: “Io non posso personalmente fornire il mio parere perché se viene raccontato alla stampa viene fuori un disastro”, aveva detto Berlusconi prima di spiegare di aver riallacciato i rapporti con il capo del Cremlino.

Le reazioni politiche – In serata, alle dichiarazioni del quattro volte premier arrivano le prime reazioni di peso. “Non è folklore, non sono battute. Da parte della nuova maggioranza è in corso un pericoloso spostamento dell’Italia verso una posizione di sempre maggiore ambiguità nei confronti della Russia”, twitta il segretario Pd Enrico Letta. E anche un alleato, il colonnello di FdI Fabio Rampelli, sente il dovere di mettere le cose in chiaro: “È opportuno precisare che la posizione di Giorgia Meloni e del futuro governo sarà di solidarietà con il popolo ucraino aggredito da Putin. L’Italia è e resterà nel solco dell’Unione europea e dell’alleanza atlantica. Berlusconi, come tutti, ha avuto rapporti con Putin per provare ad avvicinarlo alle democrazie liberali. Ma quella fase storica è finita quando Putin ha deciso di invadere l’Ucraina con i carri armati. Ora il solco è incolmabile”, dice su Rai Radio 1. Il leader M5s Giuseppe Conte interviene con un tweet: “La proposta di legge di Gasparri contro l’aborto, Berlusconi in luna di miele con Putin: se vogliono guidare l’Italia in questa direzione andranno a sbattere contro un muro. Noi”. Così Giuseppe Conte su twitter. Il più duro di tutto però è Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa: “Le parole di Berlusconi sul “riavvicinamento” a Putin – e quando si sarebbero davvero allontanati politicamente? – sono inumane nel momento in cui Putin bombarda i civili in Ucraina, e contrarie alla posizione italiana ed europea di sostegno a Kiev nella difesa dall’aggressione inaccettabile, violenta ed illegale da parte russa. Il governo non è ancora nato e la maggioranza, anche oggi, dimostra la sua divisione e la sua inaffidabilità nei confronti della Ue e degli alleati”.

“Giustizia? Accordo su Casellati” – Del resto un retroscena de La Stampa negli scorsi giorni aveva rivelato come durante un capannello a Palazzo Madama con tre senatori dem, Berlusconi avesse annunciato con tanto di lapsus: “Ho parlato con Putin e gli ho detto che deve trattare con Zagrebelsky”. Al di là della confusione tra il costituzionalista e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, da Fi non era arrivata alcuna smentita. Resta totalmente in piedi anche la sua versione sul ministero della Giustizia, dove semmai toccherà all’alleata Meloni smontare il racconto di Berlusconi. Per via Arenula, ha sostenuto, “c’è la seconda ex carica Stato e su Casellati c’è accordo con Meloni”. La presidente di Fratelli d’Italia, ha detto il leader di Fi, “mi ha suggerito: ‘Vedilo Nordio che ti convince che è bravo’, ma io sono già convinto della Casellati”. Nordio lo incontrerà, ma solo “per conoscerlo” perché “darà il suo contributo alla riforma della giustizia”.

La “lezione” a Meloni – Tornando sul foglio con gli aggettivi su Meloni, immortalato dai fotografi in Senato, si trattava degli “appunti che ho fatto io mentre tutti i senatori, uno dopo l’altro, parlavano”. Il suo giudizio, ha sostenuto, è “su un altro foglio ed è assolutamente positivo”. Insomma: “Non c’è stata mai una distanza tra noi e la signora Meloni. Io ho un rapporto di amicizia con lei – ha detto ancora – Mio figlio è suo amico, il suo uomo lavora in Mediaset. Ho insistito che tutte le cariche in maggioranza fossero date in base ai voti”. Quindi è passato a usare parole assai meno tenere nei confronti della leader di Fdi: “Ieri con la signora abbiamo parlato anche di ministri, che erano quattro e sono saliti a cinque. Ma io ho insistito perché la Lega ha già avuto qualcosa più di noi perché la signora Meloni si è tenuta la presidenza del Senato, e io le ho detto che deve imparare da capo di un governo almeno ad usare il condizionale“, il giudizio tranchant di Berlusconi. “Quando parli dei tuoi alleati dovresti dire ‘il Senato mi piacerebbe tenerlo per Fdi’ e non ‘il Senato è mio’, perché così non si fa – ha aggiunto – Io ho fatto quattro volte il presidente del Consiglio, e il presidente del Consiglio deve essere aperto e generoso nei confronti degli alleati se vuol tenere unita la coalizione”. La presidenza della Camera, ha proseguito Berlusconi, “l’ha data alla Lega e, da che mondo è mondo, in Italia la presidenza del Senato vale due ministeri per chi non ce l’ha, vale un ministero la presidenza della Camera”. E ha concluso: “Quindi noi gli abbiamo chiesto tre ministeri, mi ha riso in faccia, ne ho chiesti due, ha riso ancora, ne ho chiesto uno, ha detto ok. Questa è la situazione che ho trovato”. E chissà cosa farà adesso Meloni dopo l’audio che conferma l’ennesimo sbandamento pro-Putin dell’ex Cavaliere. Difficile immaginare a una risata.

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