"Ho avuto la fortuna di lavorare all’epoca di colleghe come Eva Henger, Eva Orlowsky, Moana Pozzi, artiste del porno. Eravamo star. Il film erano basati su storie accattivanti, le location avevano vere e proprie scenografie": Manuela Falorni, oggi imprenditrice del fitness, si è raccontata a FQMagazine
“Oggi i film porno sono scene di sesso con quattro dialoghi stupidi messi in croce. Non c’è una storia dietro, non c’è sensualità”. Manuela Falorni, in arte Venere Bianca, ex top model internazionale e poi stella del cinema hard, descrive così il mondo a luci rosse contemporaneo. E spiega: “La pornoattrice prima era una vera star. C’erano copioni e ruoli. La donna era rappresentata come una diva del sesso. Ora il mondo a luci rosse la relega a oggetto di puro consumo del maschio. Fra gang bang e sottomissione”. In quegli anni l’eccitazione correva anche sul filo del telefono. Ma persino quella modalità si è privata, per lei, di erotismo: “Mi sono ritrovata in ciabatte – racconta – mentre pulivo casa e rispondevo al depravato di turno che stavo schiacciando formiche sul balcone con tacco dodici. Allora ho fatto solo film”. Oggi però le piattaforme del web hanno sostituito il telefono erotico. “Fare sesso in un film con attori professionisti è una cosa – precisa – avere interazione, se pur virtuale, con seg***** anonimi è tutt’altro”.
Manuela Falorni, com’era il mondo del porno negli anni ‘90?
Ho avuto la fortuna di lavorare all’epoca di colleghe come Eva Henger, Eva Orlowsky, Moana Pozzi, artiste del porno. Eravamo star. Il film erano basati su storie accattivanti, le location avevano vere e proprie scenografie. A volte si girava anche per un mese, soprattutto nell’Europa dell’Est, e nei cast c’erano persino attori non porno. Poi c’erano gli spettacoli nei teatri, un mondo complementare a quello cinematografico. Per noi artiste era l’apoteosi. Si faceva lo show, erotico, burlesque, intrigante, e poi si scendeva in platea per giochi di corteggiamento e ironia. Nulla di più. Ma con stile.
E oggi invece?
Oggi la pornografia mette in scena soprattutto la violenza. Le fantasie malate. Nei film ci sono due o tre dialoghi in croce, per giunta stupidi. Nessuna storia credibile. Sono scene buttate a caso senza un filo conduttore. Sono il regno delle gang bang, dove si realizzano situazioni in cui l’attrice appare costretta a fare sesso orale o a subire prevaricazioni. Il ruolo femminile, nel porno, è stato relegato a puro oggetto di consumo maschile.
Lei, top model per brand internazionali, perché è passata al porno?
Negli anni ’80 lavoravo come modella e indossatrice in tutto il mondo sulle passerelle dei grandi stilisti: Ferragamo, Gucci, Armani. Partecipavo anche ai videoclip di Zucchero, Renato Zero, Mariella Nava. Non mi mancava nulla a livello professionale. Ma poi a un Festival di Sanremo ho incontrato Franco (Ciani, ex marito di Anna Oxa, scomparso nel 2020, ndr), che era il produttore di Fiordaliso. Non ci siamo più lasciati. E’ stato lui, con cui sono stata sposata per quasi 30 anni, ad assecondare e comprendere la mia voglia di trasgressione. Ci piaceva andare a vedere gli spettacoli erotici insieme nei locali. Da lì è partito tutto.
La sua prima esibizione erotica?
Era Capodanno ed eravamo al Disco Harmony, in provincia di Ferrara, un ristorante erotico con palcoscenico. Ho voluto provare a salire sul palco per esibirmi in un numero che mi ero preparata. Vestita da militare nazista, con le manette e il manganello. I miei venti minuti come supporter in quella sala gremita hanno fatto quasi impazzire il pubblico. A quella sono seguite altre performance. In una mi presentavo vestita da suora, in silenzio. Con la luce che calava dall’alto. Vedevo tanti luccichii nel buio. Erano gli accendini del pubblico. Franco mi disse: ‘Se fossi egoista ti direi di no, ma siccome sei serena e pulita, senza volgarità, ti dico vai! Ma sappi che ci saranno delle conseguenze’. Poi è arrivato il cinema.
A quali conseguenze si riferiva suo marito?
Ho avuto problemi per il fatto di essere madre. Per assurdo le accuse non arrivavano dalla comunità in cui vivevo. Ma da mia madre. Non accettava il fatto che fossi pornostar e riteneva che l’ambiente di crescita per il suo nipotino fosse dannoso. Sono finita in tribunale. Allontanata dalla casa di Viareggio in cui vivevo con Franco e mio figlio, affidato alla nonna nel ‘94 dal tribunale dei minori di Firenze. Ho sempre respinto tutte le accuse di mia madre perché sapevo di essere un genitore attento e pieno di cure. Alla fine i giudici mi hanno dato ragione ribaltando la sentenza. Antonio è tornato a vivere con me e Franco.
Ha perdonato sua madre?
Certamente. Ritengo normale che una madre si preoccupi nel caso di una professione come la mia. E’ nell’ordine delle cose. Il suo è stato un atto dettato dalla paura di un mondo che le era estraneo. L’ho capito nel tempo. Persino il prete della mia prima Comunione, durante una confessione, mi ha consigliato di comprenderla. Ora abbiamo recuperato il rapporto ed è molto solido ed empatico.
Oggi lei è un’imprenditrice del fitness per sole donne: perché?
Non provo imbarazzo a dire che a over 60 non mi mancano i corteggiamenti. Eppure dopo la morte di mio marito sono rimasta single, trovo i maschi noiosi e scontati. Mi trovo benissimo, invece, con le donne. Che secondo me hanno una marcia in più. Da campionessa di body building mi sono dotata di tutti i diplomi necessari e ho aperto nel 2005 a Viareggio una palestra al femminile. Faccio la personal trainer e le sostengo nel loro percorso verso l’autostima. Non è solo questione di chili di troppo.
Cosa la delude dell’universo maschile?
Oggi c’è da mettersi le mani nei capelli. Davvero. Io non posso farlo perché ho scelto di essere pelata (sorride, ndr). Sono noiosissimi gli uomini. Per non dire scontati. Negli anni ’90, all’epoca del boom delle tv private, conducevo Top Club su Rete Mia e Rete A, due volte a settimana a notte fonda. Avevo anche una mia linea telefonica. I maschi potevano vincere una conversazione con me. Ebbene, con loro c’erano chiacchierate normali: cosa li eccitava e via dicendo. Nessuno, come è capitato in seguito, mi chiedeva di chiamarmi ‘mamma’ o di schiacciare le formiche con tacco 12. Fingevo di uccidere insetti coi tacchi mentre pulivo casa in ciabatte. Allora ho detto basta. E ho fatto solo film.
Ritiene che gli uomini siano cambiati nel loro rapporto con il sesso?
Oggi gli uomini hanno paura delle donne, oppure le considerano oggetti da denigrare. Inoltre molti hanno fantasie malate. E’ vero che manager, operai, politici, ristoratori e camionisti sono uguali di fronte al sesso. Ma oggi lo sono nel senso che mi fanno tristezza. Hanno perso sicurezza in se stessi, vogliono essere corteggiati, sono molto complicati. Se esco a cena con un uomo non vedo l’ora di tornare a casa dai mei gatti e cani.
Cosa pensa delle piattaforme web erotiche?
E’ un ambiente molto diverso dal cinema porno. Se faccio un film con professionisti come me sono un’attrice. Sulle piattaforme web erotiche, invece, i clienti pagano l’interazione con la protagonista del momento. Anche se non c’è fisicità c’è scambio diretto virtuale. Ho ricevuto richieste per fare video online ma le ho rifiutate. Far eccitare seg***** anonimi in diretta è secondo me al limite della prostituzione.
Che rapporto ha con suo figlio oggi?
Aveva quattro anni quando ci siamo messi insieme io e Franco. Ci siamo separati tre anni fa e dopo un anno lui si è tolto la vita. E stato devastante per me e anche per mio figlio. Lui era l’uomo della mia vita, ha cresciuto Antonio (avuto dalla precedente relazione con il pugile Nino La Rocca, ndr) per oltre vent’anni. Ora mio figlio è laureato in Belle Arti e fa le sue prime esposizioni artistiche. E’ soddisfatto. Recentemente mi ha detto: ‘mamma, se non avessi avuto questa vita non sarei quello che sono’. Credo che sia il più bel regalo che possa ricevere una madre. Anche da ex pornostar.