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Bambino nasce senza pene: “Succede una volta ogni 30 milioni di nascite”. Il caso studio e il dibattito sulla possibile riassegnazione del sesso

Il caso, descritto sulla rivista Radiology Case Reports, è solo uno dei circa 100 documentati in letteratura. Ad oggi, malformazioni come queste – tecnicamente chiamate afallia – sono state trattate con interventi chirurgici di “femminilizzazione”, ma la questione è controversa

di 30science per Il Fatto

Un bambino iraniano è nato senza pene a causa di una condizione molto rara che si verifica una volta ogni 30 milioni di nascite. Il caso, descritto sulla rivista Radiology Case Reports, è solo uno dei circa 100 documentati in letteratura. Ad oggi, malformazioni come queste – tecnicamente chiamate afallia – sono state trattate con interventi chirurgici di “femminilizzazione”, ma la questione è controversa. Il caso del piccolo iraniano è stato individuato dagli scienziati della Zahedan University, in Iran, quando aveva appena 14 mesi. Non si conoscono le cause di questa particolare condizione. Quello che sappiamo è che la malformazione è correlata al mancato sviluppo dei genitali nella fase fetale. Oltre a non avere il pene, al piccolo paziente iraniano manca anche un rene e ha una cosiddetta fistola tra il retto e la vescica. Per questo il bambino urina attraverso l’ano. Tuttavia, scroto e testicoli ci sono. Nonostante l’afallia, il bambino presenta buone condizioni generali di salute e anche la madre, riportano i medici, era in condizioni buone di salute durante la gravidanza e al momento del parto. Inoltre, riportano i ricercatori, non sussistono parentele tra il padre e la madre del bambino o altre condizioni genetiche particolari che possano aprire una pista sulle possibili cause.

Tuttavia, i medici pensano al futuro e ritengono che la cosa migliore da fare sia operare il bambino presto e procedere con un cambio sesso. In casi come questo, infatti, alcuni raccomandano la riassegnazione precoce del sesso e la chirurgia plastica genitale femminilizzante. Raccomandano inoltre che il bambino – se i genitori scelgono di cambiare sesso – venga sottoposto a un trattamento con estrogeni quando raggiungerà la pubertà, in modo che non sviluppi peli sul viso o una voce maschile più profonda. Alcune onlus e associazioni che si battono per il riconoscimento dell’intersessualità sostengono che questo approccio non si basi su solide evidenze scientifiche quanto piuttosto su pregiudizi sulla differenze di genere. Non si sa ancora cosa sceglieranno di fare i genitori del piccolo. Tuttavia, la procedura è molto controversa e non è ancora chiaro quale sia il modo migliore di procedere.

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