Le affermazioni sono contenute tra le risposte ad una serie di domande inviate dai legislatori britannici incaricati di capire come il paese può soddisfare i propri impegni di riduzione delle emissioni di Co2. Blackrock, il cui amministratore delegato Fink ha ripetutamente sbandierato la "svolta verde", scrive di non condividere le preoccupazioni dell'Agenzia internazionale dell'energia. Sulla stessa linea Vanguard, Morgan Stanley, Hsbc e Barclays
Alcune delle più grandi società finanziarie del mondo, tra cui le statunitensi BlackRock Inc. e Vanguard Group Inc., hanno dichiarato al Regno Unito di non avere intenzione di interrompere il finanziamento allo sviluppo della produzione di combustibili fossili. Le affermazioni sono contenute tra le risposte ad una serie di domande inviate dai legislatori britannici incaricati di capire come il paese può soddisfare i propri impegni di riduzione delle emissioni di Co2. L’inchiesta è condotta dalla Commissione per il controllo ambientale della Camera dei Comuni. La Gran Bretagna, che è stata citata in giudizio da un gruppo di attivisti per l’ambiente, all’inizio di quest’anno dopo aver presentato un piano poco chiaro per la riduzione dei gas nocivi, ha chiesto alle aziende di spiegare come stanno recependo le indicazioni per ridurre gradualmente e, infine, fermare il finanziamento di nuovi fossili.
Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, le risposte ricevute dal Comitato, sono state inviate da più di 30 delle più grandi banche e gestori di investimenti del mondo. BlackRock ha sottolineato di essere “obbligato ad agire sempre nel migliore interesse finanziario dei nostri clienti”. Durante il forum di Davos del 202o, dove era arrivato con jet privato, l’amministratore Larry Fink aveva ampiamente reclamizzato la “svolta verde” di quello che è il più grande gruppo di gestioni del risparmio al mondo. Nelle risposte per le autorità britanniche Blackrock ha anche affermato che il suo approccio generale alla transizione energetica non include politiche di esclusione dei combustibili fossili e che non condivide lo scenario prospettato dall’Agenzia internazionale per l’energia, secondo cui i nuovi investimenti nelle fonti fossili dovrebbero azzerarsi da subito per avere una qualche speranza di soddisfare gli obiettivi fissati negli accordi di Parigi (aumento massimo di 1,5 gradi della temperatura globale media rispetto ai periodi pre industriale).
L’obiettivo di BlackRock “non è quello di progettare un risultato specifico di decarbonizzazione“, si legge nella risposta. E, come altre aziende intervistate, BlackRock ha affermato che è compito dei governi fissare obiettivi per gli attori del settore privato. Il gestore patrimoniale ha anche affermato che prevede di rimanere un investitore a lungo termine in settori ad alta intensità di carbonio “per conto dei nostri clienti”. Vanguard ha fornito risposte simili, affermando che “non detta la strategia e le operazioni nelle società di cui possiede partecipazioni e quindi non ha una visione aziendale dello scenario prospettato dall’Agenzia internazionale dell’energia.
Le opinioni di BlackRock e Vanguard esemplificano la linea di tutte le istituzioni interpellate. La Royal Bank of Canada ha ad esempio osservato che “i piani globali di decarbonizzazione e transizione energetica sono in continuo mutamento poiché vengono gestite le preoccupazioni relative al costo dell’energia, all’inflazione e alla sicurezza energetica”. Morgan Stanley ha affermato che “continuerà a supportare le società energetiche nel loro lavoro per decarbonizzare l’economia globale a un ritmo che bilancia le preoccupazioni climatiche insieme alla sicurezza energetica e ad altri fattori”. La britannica Barclays ha affermato che pensa che “può fare la differenza più grande supportando i nostri clienti nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, piuttosto che eliminando gradualmente il supporto per l’industria di carbone, petrolio e gas”. Hsbc ha scritto di “riconoscere l’importanza della sicurezza energetica e di una giusta transizione dai combustibili fossili” e che “l’attenzione deve essere rivolta all’urgente eliminazione graduale dell’attuale energia a carbone”. Tuttavia, “sebbene le alternative rinnovabili stiano diventando sempre più economiche ed efficienti, la chiusura delle centrali a carbone non è al momento un’opzione“. L’iniziativa del Regno Unito per raccogliere risposte arriva a meno di un mese dal vertice Cop27 sul clima che si terrà in Egitto.