Sabrina Landucci ha spiegato le sue sensazioni a Storie Italiane: "È stato un percorso difficilissimo. Mi sono sentita offesa nell’immagine di madre inadeguata. È la fine di un incubo". L'ex campione è stato condannato in primo grado per maltrattamenti, minacce e lesioni
“Mi fa piacere questa sentenza e questa vittoria, anche se diciamo che non è una vittoria, ma una vita difficile“. Ha affidato la sua riflessione alle telecamere di Rai1 Sabrina Landucci, ex moglie di Mario Cipollini. Ha parlato subito dopo la sentenza del Tribunale di Lucca che ha condannato in primo grado l’ex campione di ciclismo a 3 anni di reclusione per maltrattamenti, minacce e lesioni. I fatti risalgono al 2017, quando Sabrina Landucci denunciò il ciclista per averla aggredita in palestra poco dopo la separazione. Nel corso di una deposizione, l’ex compagna ha accusato l’uomo anche di averle puntato una pistola.
“È stato un percorso difficilissimo, la parte della difesa mi ha fatto veramente molto, molto male. Mi sono sentita offesa nell’immagine di madre inadeguata. È la fine di un incubo“, ha dichiarato Landucci al microfono di Vittorio Introcaso, inviato del programma Storie Italiane. “Sono stati sette anni difficili, io sono stata abbastanza riservata nelle mie cose – ha continuato l’ex compagna di Cipollini -, ma a un certo punto ho dovuto dire basta e urlare quello che avevo dentro, perché era difficile e insostenibile. È una vita che lotto per le mie figlie, faccio di tutto per loro, quindi l’immagine di madre inadeguata con cui sono stata dipinta, mi ha fatto veramente male”. Landucci ha parlato di come la sua vita sia stata complicata dalla relazione con Cipollini. Un campione su cui non ha “niente da dire sul lato sportivo”, ma “questa sentenza credo sia giusta al di là che faccia male a tutti, perché fa veramente male”.
Poi, parlando dei sette lunghi anni del processo, Landucci ha aggiunto: “Ho pensato di poter gestire una situazione che a un certo punto dopo anni di separazione non sono più riuscita a gestire. Ho avuto paura, e in quel momento ho detto basta e un po’ inconsapevolmente ho fatto questo passo. Non sapevo a cosa andassi incontro, a un processo così lungo, non lo immaginavo. Fortunatamente è la prima volta e spero anche l’ultima, non lo auguro a nessuno, però ho dovuto farlo”. Non ce la faceva più a tenere tutto dentro Sabrina Landucci: “Una cosa molto più grande di me”. Nonostante la condanna, non ci sono vincitori: “Io ho due figlie – ha concluso la donna – quindi la parte lesa credo siano loro. Era giusto pensare a loro: una donna a un certo punto deve avere rispetto anche per le altre donne e soprattutto per i propri figli. Non si può sottostare, ma è difficile denunciare. Sono cose talmente private e intime che è difficile metterle alla mercé di tutti”.