Il segmento dei crossover di medie dimensioni è quello dove è più difficile distinguersi dagli altri, sia perché praticamente tutti i costruttori hanno la loro proposta, sia perché ci sono delle scelte obbligate in termini di dimensioni, prezzi e prestazioni. Così, la nuova Renault Austral è da apprezzare già solo perché prova a dire qualcosa di nuovo in un settore dove quasi tutti cercano di andare sul sicuro e le scommesse sono viste come un pericoloso rischio. Rispetto alla Kadjar di cui prende il posto rappresenta un radicale cambio di passo, sia dal punto di vista del design che da quello tecnologico e meccanico. Le linee morbide hanno lasciato spazio a dei tratti più netti e a una gestione dei volumi che rende l’auto più imponente, mentre sotto il cofano non ci sono più motori diesel ma solamente ibridi, di tre tipologie diverse: due mild hybrid con architettura a 12 e 48 Volt e un full hybrid. Il più interessante è certamente l’ultimo che rappresenta anche il top della gamma del C-Suv francese.
A livello tecnico è un evoluzione del sistema che ha debuttato quasi tre anni fa sulla Clio e sulla Captur (su quest’ultima anche in configurazione plug-in), sfruttando l’esperienza maturata in Formula 1 e utilizzando per la parte termica un 1.6 benzina aspirato. Questo 4 cilindri – di origine Nissan e scelto a suo tempo per la semplicità, l’affidabilità e la robustezza – ha lasciato posto a un 1.2 turbo, con un cilindro in meno e più efficiente, capace di erogare 130 Cv e 205 Nm. Dalla sua interazione con le due unità elettriche scaturiscono 200 cavalli e 410 Nm che definiscono prestazioni quasi sportive – solo 8,4 secondi per passare da 0 a 100 km/h – e un consumo medio nell’ordine dei 20 km con un litro. Tutto questo con una guida molto piacevole che dà la possibilità di regolare istantaneamente la frenata rigenerativa, con le palette dietro il volante come avviene sulla Megane elettrica, ed è priva di quell’effetto scooter che caratterizza i full hybrid tradizionali.
Il merito è della trasmissione Multi-Mode che non utilizza frizioni e innesta i rapporti direttamente: ce ne sono due per la parte elettrica e quattro per quella termica, con quindici totali combinazioni di velocità disponibili che vengono scelte automaticamente dall’elettronica in funzione della situazione. Quando parte da ferma, l’auto usa sempre il motore elettrico principale, con il 1.2 turbo che si attiva solo successivamente. Poi i due motori elettrici sincronizzano l’innesto dei rapporti e compensano il vuoto di coppia durante i passaggi di marcia. I tecnici Renault spiegano che questa soluzione riduce al minimo i trascinamenti e aumenta l’efficienza, che raggiunge il 41% al pari dei migliori sistemi ibridi concorrenti. L’unico difetto che si può riscontrare è la poca fluidità in alcun passaggi di marcia, soprattutto quando si richiedono le massime prestazioni e si spinge a fondo l’acceleratore. In tutti gli altri frangenti, i cambi di rapporto sono quasi impercettibili.
L’altra primizia tecnica della Austral è il retrotreno sterzante 4Control, che è una peculiarità della versione full hybrid, mentre le altre due mild hybrid disponibili in Italia non possono averlo. Questo sistema fa girare le ruote posteriori in controfase durante le manovre e in fase alle alte velocità, migliorando sensibilmente sia l’agilità che la stabilità. Guidandola si capisce che a questa teoria corrisponde anche la pratica: a parte il fatto che le manovre diventano molto più semplici, anche il piacere di guida ne trae giovamento e la Austral può affrontare un passo di montagna quasi con piglio sportivo. Ma la crossover Renault stupisce anche all’interno dove si ritrova la plancia a L che ha debuttato sulla Megane E-Tech: Il display della strumentazione misura 12,3 pollici, mentre quello dell’infotainment dai 9 ai 12, a seconda degli allestimenti. Entrambi hanno pochissimo lag e integrano la navigazione con Google Maps. Infine, parlando di prezzi, il listino della Renault Austral parte da 32.000 euro, ma per la full hybrid si sale a 39.500