È stata eletta segretaria l’avvocatessa Federica Pietrogrande, appoggiata dall’ex viceministro Massimo Bitonci, dal senatore Andrea Ostellari e dal commissario regionale Alberto Stefani. Una vittoria di Salvini e il segnale di quanto il segretario intenda arrivare ai congressi provinciali e regionale con il maggior numero possibile di delegati
Comincia la stagione dei congressi, in casa della Lega in Veneto, ma al primo appuntamento importante il partito scoppia. Accade nella sezione cittadina di Padova, reduce dalla lancinante sconfitta delle comunali di giugno, quando il candidato del centrosinistra, Sergio Giordani, era stato riconfermato al primo turno e la Lega aveva rimediato una figuraccia con il sorpasso di Fratelli d’Italia, presagio delle votazioni di settembre.
Nella città del Santo vincono i salviniani, condotti dall’ex viceministro Massimo Bitonci, ma gli zaiani insorgono e denunciano frettolosi reclutamenti dell’ultimo minuto, con adesioni che avrebbero spostato gli equilibri. Si annunciano ricorsi, il che dimostra innanzitutto che il partito è spaccato in due, come è risaputo da quando Luca Zaia nel 2020 ebbe un consenso bulgaro, realtà che però è stata finora sempre smentita ufficialmente. Adesso cadono i veli.
Al congresso cittadino hanno preso parte 78 militanti leghisti. È stata eletta segretaria l’avvocatessa Federica Pietrogrande con 44 preferenze, mentre il suo avversario principale, Davide Favero, si è fermato a 22 voti, e il terzo candidato Alain Luciani ha preso 3 voti. Poi una manciata di schede bianche o nulle. Ad appoggiare Pietrogrande, oltre a Bitonci, c’erano anche il senatore Andrea Ostellari e il commissario regionale Alberto Stefani. Una vittoria di Salvini e il segnale di quanto il segretario intenda arrivare ai congressi provinciali e regionale con il maggior numero possibile di delegati. In via Bellerio non hanno mai fatto mistero che il loro candidato segretario della Liga Veneta è proprio Stefani, ma per eleggerlo servirà superare la concorrenza dell’ala zaiana.
Gli sconfitti accusano. Il consigliere regionale Fabrizio Boron annuncia: “Presenterò formale ricorso agli organi superiori del partito, quindi ai vertici regionali e a quelli federali. Voglio vedere i verbali di tutti questi tesseramenti. Sto già preparando il documento”. E spiega: “I voti dei nuovi iscritti hanno pesato in modo decisivo. Sono persone tesserate ad hoc, non le abbiamo mai viste prima. Anzi, le avevamo viste ai banchetti di Forza Italia”. Ovviamente Bitonci, già sindaco di Padova, la pensa in modo diverso e sui social ha scritto: “Chiuso il congresso della Lega Padovana, con la netta affermazione di Federica Pietrogrande ed un nuovo direttivo, eccomi in partenza per Roma. A breve avremo, per la prima volta nell’ultimo decennio, un forte Governo politico di Centro Destra”. Il commissario regionale Stefani: “Sono sicuro che Federica potrà lavorare al meglio, con una bella squadra. L’assemblea di Padova è stata una serata importante e partecipata. Ora avanti tutta, per la Lega”.
Boron replica: “Avevo sollevato il caso dei nuovi militanti iscritti di nascosto e sono stato facile profeta. Ci sono anche militanti che non hanno ricevuto la mail di convocazione. Chiedo venga fatta luce su tutto”. Sulla stessa linea è Marcello Bano, sindaco di Noventa Padovana, che già in passato aveva contestato la linea salviniana in Veneto: “Vogliono una sezione operativa fatta di militanti veri o una sezione per vincere i congressi e farsi mettere nei listini bloccati?”. Infine, l’assessore regionale Roberto Marcato, che non nasconde l’intenzione – salvo incompatibilità con la carica – di candidarsi a fare il segretario regionale. “Chiedevo da tre anni il congresso, è positivo che sia stato celebrato un congresso, lo chiedevo da tre anni. Mi auguro che ora ci sia la volontà di ridurre le fratture. Resta il rammarico per un candidato che non ha potuto fare campagna non avendo la lista degli iscritti mentre probabilmente l’altra i nomi li aveva. C’è un problema di trasparenza: speriamo che si risolva con la fine dell’epoca dei commissari e il ritorno delle segreterie politiche”. E ha concluso: “Spero che finiscano queste situazioni poco edificanti per un partito che è sempre stato fatto di militanti veri”.
Più che la stagione dei congressi, sembra cominciata quella dei veleni.