Da qualche giorno non è più parlamentare per cui, perdendo l’immunità, l’ex senatore di Forza Italia Marco Siclari è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari. La squadra mobile di Reggio Calabria ha eseguito a Roma l’ordinanza di custodia cautelare firmata nel febbraio 2020 dal gip Tommasina Cotroneo su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri.
All’epoca, la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria aveva chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere per l’esponente di Forza Italia. L’autorizzazione, però, non era arrivata perché la Giunta per le autorizzazioni non ha mai deciso rinviando sempre la pratica.
Nel frattempo, nel settembre 2021, il processo “Eyphemos” si è concluso in primo grado con la condanna del senatore a 5 anni e 4 mesi per scambio elettorale politico mafioso con le cosche di Sant’Eufemia d’Aspromonte e Sinopoli. Per i magistrati della Dda, infatti, l’ex parlamentare “accettava – è scritto nell’ordinanza – a mezzo dell’intermediario Giuseppe Antonio Galletta, la promessa di procurare voti da parte di Domenico Laurendi, appartenente al locale di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte della famiglia mafiosa Alvaro”. Laurendi, detto “Rocchellina”, in primo grado è stato condannato a 20 anni di carcere mentre il medico Galletta è ancora sotto processo a Palmi.
Il boss, stando alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbe battuto cassa dopo che Marco Siclari a Sant’Eufemia d’Aspromonte ha rastrellato “782 voti, pari al 46,10% dei voti espressi validamente – scrivono i magistrati – con uno scarto di 350 voti in suo favore rispetto al secondo più votato del Movimento Cinque Stelle”.
Nelle carte dell’inchiesta “Eyphemos”, c’è scritto che due mesi dopo le politiche del 2018, Siclari si sarebbe interessato per far ottenere il trasferimento a Messina a una dipendente delle Poste, parente di Natale Lupoi, ritenuto dai pm affiliato alla ‘ndrangheta e condannato (sempre in primo grado) a 19 anni e 4 mesi anni di carcere.
L’accusa ha retto nel primo processo celebrato con il rito abbreviato ma la sentenza non è ancora definitiva. Non essendo stato candidato alle ultime elezioni politiche, però, con la fine della legislatura Siclari ha perso l’immunità parlamentare per cui quell’ordinanza di custodia cautelare rimasta pendente per oltre due anni è diventata esecutiva. Così, su disposizione della Procura generale di Reggio Calabria, diretta da Gerardo Dominijanni, gli agenti della squadra mobile guidati da Alfonso Iadevaia hanno eseguito la misura degli arresti domiciliari nella residenza romana dell’ex senatore.
“Come nelle migliori tradizioni ‘ndranghetiste, – aveva scritto il gip – anche la politica, tutta, è terreno elitario di interesse mafioso”. Nella stessa inchiesta, infatti, era stato arrestato un altro politico calabrese, il sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte Domenico Creazzo che ha scelto il rito ordinario e che, venti giorni prima dell’operazione “Eyphemos”, è stato eletto consigliere regionale con la lista di Fratelli d’Italia.