C’è chi non risponde, chi si affida alla difesa (già smentita con tanto di audio) delle ‘storie vecchie’, chi preferisce la fuga dalle domande o il silenzio. Imbarazzo in casa centrodestra dopo le parole di Silvio Berlusconi sul presidente russo Vladimir Putin.

‘Lettere dolcissime e scambi di bottiglie di vodka e lambrusco ’? Tra deputati e senatori di Fratelli d’Italia si tenta di archiviare il caso: “Restiamo alle dichiarazioni ufficiali”, “Ho già detto la mia”, “Non ho sentito l’audio…”, sono le difese e le poche parole di fronte alle domande, da Raffaele Fitto a Federico Mollicone, passando per Lucio Malan. E se Matteo Salvini entra in Senato senza rispondere alle domande dei cronisti, Fabio Rampelli prova invece a replicare: “Come si fa a fare un governo con uno dei ‘cinque migliori amici di Putin’? Non mi pare che le posizioni di Meloni e Berlusconi sulla politica estera siano le stesse”, si difende. Eppure sarà proprio il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani il possibile ministro degli Esteri del nascente governo Meloni. Con quale credibilità dopo le parole di Berlusconi? Domanda che resta senza risposta, di fronte alle fughe dei parlamentari

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