“Iniziammo a pensare al modo in cui risolvere il problema: cioè ucciderla“. Lo ha detto nella sua confessione Silvia Zani che, con la sorella Paola e il fidanzato Mirto Milani, è accusata di aver ucciso a maggio del 2021 la madre, Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù in Val Camonica, nel Bresciano. “Eravamo disperati per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare. Secondo la nostra idea mia madre si sentiva bloccata con tre figlie di cui una disabile e l’idea che avevamo era che voleva liberarsi di noi”.

I verbali delle confessioni sono stati pubblicati dal Giornale di Brescia il 20 ottobre, a una settimana dall’inizio del processo davanti alla Corte d’Assise di Brescia. “Dopo che mia madre aveva mangiato i muffin che le avevamo preparato con le benzodiazepine, iniziammo a cercare di capire come proseguire nel nostro progetto. Io ero convinta di quello che volevo fare. Ero decisa. Sono entrata nella camera da letto di mia madre, ricordo di averle messo le mani attorno al collo, Paola la teneva ferma con il suo peso. Mia madre ha iniziato a rantolare, a quel punto Mirto si è accorto che non stava andando come previsto ed è entrato in camera. Ha messo lui le mani sul collo di mia mamma. In un certo senso mi ha dato il cambio“, ha raccontato la figlia maggiore della vittima.

Secondo i tre imputati, Laura Ziliani avrebbe tentato di ucciderli prima mettendo candeggina nel latte e poi con sostanze caustiche nel sale. I tre avrebbero però distrutto le prove. “Il nostro incubo era quello di essere avvelenati da Laura. Perché non abbiamo denunciato? Dal nostro punto di vista se i carabinieri avessero scoperto che Laura voleva farci del male, poi sarebbero per deduzione risaliti a noi, avendo la prova della nostra colpa”, ha fatto mettere a verbale Mirto Milani.

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