Da anni mi occupo di ambiente, letteratura, cinema; l’ho fatto anche per le pagine culturali de La Stampa e su Tuttolibri: Natura e Cultura non mi sono mai sembrate in contrapposizione, bensì facce della stessa realtà.
Oggi finalmente se ne ha profonda consapevolezza, sappiamo di appartenere al regno animale, all’ecosistema e che le élites si stanno dando un gran daffare per distruggerlo. Trent’anni fa non era così, ho sperimentato sulla mia pelle il contrasto – così si diceva – di “rossi contro verdi”, quando la sinistra pensava soprattutto a difendere i posti di lavoro e trattava gli ecologisti come anime belle, dedite per lo più a coltivare petunie.
L’ecologia e il verde invece hanno in sé una carica rivoluzionaria, oltre che poetica (anche la poesia, quella vera, è rivoluzionaria), nella narrativa molti grandi scrittori conoscevano bene l’ambiente naturale e le piante; per questo ho sempre nutrito grande affetto nei confronti della “Tre giorni per il giardino”, che si tiene ogni autunno nel millenario Castello di Masino e nel suo splendido Parco, gestiti del FAI (Fondo per l’Ambiente italiano) a Caravino, in Piemonte, in provincia di Torino, e ho dialogato sempre volentieri con il Fondo per l’ambiente italiano e con l’architetto Paolo Pejrone, paesaggista che sa “sporcarsi le mani di terra” e che è stato l’anima della “Tre giorni”.
L’appuntamento quest’anno è nel prossimo weekend del 21, 22 e 23 ottobre, la storica mostra-mercato è uno dei più prestigiosi, rinomati e attesi appuntamenti dedicati al florovivaismo in Italia (oltre cento espositori da tutta la Penisola e dalla Francia, scelti con cura in collaborazione con l’Accademia Piemontese del Giardino).
Per me sarà l’occasione, domenica alle 14, di presentare un libro che vuole appunto coniugare Natura e Cultura: si intitola Il giardino incantato. Un viaggio dell’anima dalle Alpi occidentali alle colline delle Langhe e del Monferrato (TS): converserò con Valentina Romano della Libreria della Natura e con Emanuela Orsi Borio, responsabile Giardini e Parchi Storici FAI; tenterò ancora una volta di dimostrare quanto paesaggio, verde e bellezza siano parte essenziale della nostra salute fisica e mentale, messe a dura prova dal Coronavirus e dal Global Warming.
“Il giardino incantato” è un viaggio nelle terre alte del Nord Ovest, spina dorsale, con l’Appennino e il resto delle Alpi, della Penisola. Il libro è una narrazione, non una semplice guida turistica che ti dice dove mangiare e dormire. Il discorso è dunque anche profondamente politico, non soltanto turistico-naturalistico. Come è politico (nel senso più alto del termine) il tema delle produzioni locali e del “giardino possibile”, della ricerca e della selezione di specie botaniche che sappiano resistere al riscaldamento globale, che siano a basso consumo d’acqua.
A Masino si parlerà di autoproduzione e sostenibilità dei processi produttivi in agricoltura e nell’orto, si presenteranno nuove piante per terreni aridi e di produzioni che rispettano sostenibilità e biodiversità, che sanno ovviare all’emergenza idrica, al caldo e alla siccità.
Fra gli appuntamenti con gli esperti tengo a segnalare anche la presentazione del libro Centoventi giorni per il giardino, con conversazione tra gli autori Paolo Pejrone e Dario Fusaro ed Emanuela Rosa-Clot, Direttrice di Gardenia, e Maria Giulia Rossi di Montelera, madrina della Tre Giorni per il Giardino; anche quella, domenica alle 11, con Carlo Pagani, “Maestro Giardiniere” di Gardenia, ed Emanuela Orsi Borio.
Per ripetere che non sempre viviamo in un giardino incantato, come ben diceva il Blasfemo di De André, ma l’unica possibilità di una vita degna è tentare di crearlo, di chinarci umilmente e metter mano, per quello che si può, alla cultura, alla coltura. Come disse Voltaire, “Il faut cultiver son jardin”, assunto molto più politico e filosofico di quello che la pseudo-cultura tecnicistica vuole farci intendere. Il giardino è il mondo, lo sapeva bene Voltaire, ecologista ante litteram.