Carlo Gualandri, uno dei padri di Virgilio e quindi di internet in Italia, è indagato per riciclaggio dalla procura di Parma. Considerato il re delle startup digitali, campo in cui è attivo da oltre trent’anni, Gualandri ha partecipato alla fondazione di Gioco Digitale e di Fineco alla fine degli anni novanta. L’inchiesta della Guardia di finanza di Parma – che ipotizza anche l’ostacolo alla vigilanza di Banca d’Italia – ruota attorno al gruppo Soldo Financial Service Ltd e al suo ramo italiano, operativo nel settore fintech e pagamenti elettronici, fondato nel 2014 da Gualandri che ne è amministratore delegato.

Sequestrati anche i conti della società che fino al 2021 ha avuto tra i suoi azionisti Luigi Berlusconi, che l’anno scorso ha venduto la partecipazione acquistata nel 2017, realizzando un guadagno di 1,7 milioni di euro. L’ultimogenito del Cavaliere è stato anche consigliere di amministrazione della fintech angloitaliana, incarico che ha lasciato nel 2019.

Secondo i finanzieri e la procura emiliana, guidata dal procuratore Alfonso D’Avinola, la società avrebbe agevolato chi voleva truffare online in totale anonimato utilizzando i servizi della Soldo. Negli uffici dei magistrati di Parma sono giunte per competenza territoriale 65 denunce per truffa subite in rete. Per la maggior parte dei casi si tratta di pagamenti per merce inesistente, ad aziende false, o comunque mai consegnata, per un importo complessivo di 170mila euro.

Le truffe sono avvenute in Italia, ma l’inchiesta è finita a Parma proprio perché la Soldo avrebbe messo a disposizione due conti correnti definiti “contenitori” e aperti nella città emiliana su due filiali di Intesa San Paolo (estranea all’inchiesta). Su questi decine di clienti registrati con la società, anche con generalità false o documentazione non veritiera (indirizzi falsi, numeri di telefono intestati a cittadini extracomunitari, nickname etc), avrebbero potuto movimentare denaro attraverso dei “sotto conti” o “portafogli” (“wallet”) in totale segretezza. In almeno un caso un anonimo è riuscito a trasferire all’estero 46.446 euro frutto di una truffa.

Durante l’inchiesta sarebbe emerso come l’amministratore delegato della Soldo fornisse indicazioni agli altri dirigenti su cosa rispondere ai finanzieri in caso di accertamenti. Nei confronti della fintech, il giudice per le indagini preliminari ha disposto un sequestro preventivo di tutti i conti correnti per impedire movimenti in entrata e in uscita di denaro. La richiesta della procura è stata accolta solo parzialmente: gli inquirenti chiedevano di commissariare l’azienda e nominare un amministratore giudiziario, per mantenere la continuità societaria e allo stesso tempo adeguarsi alla normativa antiriciclaggio e sulla vigilanza degli intermediari finanziari.

La vicenda si lega a filo stretto con la storia della pandemia in Italia: la startup milionaria – che deve anche rispondere di abusiva emissione di moneta elettronica e abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento – è la stessa che ha lanciato nei due anni del Covid il programma Soldo Care ed è stata scelta da almeno 34 enti tra Comuni, fra cui Milano e Bergamo, e aziende sanitarie (ma anche la Caritas) per distribuire i fondi messi a disposizione dalla Protezione civile agli enti locali per le famiglie più svantaggiate nei decreti Ristori e Aiuti.

Ad esempio per l’emissione di carte ricaricabili da distribuire a famiglie indigenti per l’acquisto di farmaci, beni alimentari o il pagamento delle utenze. Ne sono state emesse oltre 30mila in Italia per importi medi da 180-200 euro. Solo a Milano più di 16mila, con Palazzo Marino che ha stanziato fra i 400 e i 700 euro a famiglia nell’ambito del progetto Milano Aiuta destinato a supportare i più poveri e che ha fatto sapere all’agenzia di stampa LaPresse di aver scelto la Soldo con una regolare gara pubblica pur potendo optare in quel periodo per l’affidamento diretto del servizio.

In serata la società ha fatto diramato una nota che definisce “parziale, erronea e distorta” la ricostruzione dei fatti pubblicata dai media circa l’emissione di un provvedimento di sequestro preventivo di “tutti i conti correnti in Italia”. Soldo, che respinge le accuse, precisa in particolare che “il procedimento concerne l’operatività della società inglese Soldo Financial Services Ltd precedente al 31 dicembre 2020 e che i conti correnti oggetto di sequestro non risultano dunque essere in alcun modo depositari di somme di denaro riferibili ai propri clienti”.

Riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione del gruppo Soldo:

Il Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Parma, nel rigettare altre richieste formulate dal pubblico ministero, si limitava a disporre, in data 19 ottobre 2022, il sequestro dei conti correnti intestati alla società inglese Soldo Financial Services Ltd accesi presso Banca Intesa (IBAN n. IT75N030691271110000001129 e n. IT91J0306912711100000011232) o eventualmente aperti sempre e unicamente dalla medesima società inglese Soldo Financial Services Ltd presso altri istituti; conti correnti, seppur nella disponibilità della menzionata società, non operativi, che nulla hanno a che vedere con l’operatività dei clienti o sono agli stessi riferibili. La Società inglese Soldo Financial Services Ltd non intrattiene né ha mai intrattenuto rapporti di conto corrente con il Gruppo Banca Sella.

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