Benché sia del tutto comprensibile che la paura originata dagli orrori della guerra in Ucraina possa presto salire di livello finché continua la minaccia di utilizzo di bombe atomiche più o meno “tattiche”, a me non sembrano molto lucidi i ragionamenti di coloro che vedono solo nella resa incondizionata (degli ucraini ovviamente) la possibilità di tornare a farsi tranquillamente i fatti propri.

Se questo è l’ideale pacifista dei nostri “intellettuali”, soprattutto quelli coinvolti nell’attività politica della nostra democrazia, mi chiedo se abbiano almeno letto qualche pagina della nostra storia italica e, magari, riescano ad unire alle loro parole irate (contro gli europeisti!) qualcuno dei nomi che si sono invece distinti per il coraggio e la determinazione nel conquistare o difendere le nostre libertà.

Naturalmente è doveroso chiarire subito che altra cosa è il pacifismo di papa Francesco e di tutti i sacerdoti della Chiesa Cattolica, perché il loro pacifismo è innanzitutto un atto di fede dottrinale, indipendente dai fatti attuali. Una scelta che loro hanno vincolato con un giuramento, anche di obbedienza, che i semplici fedeli non hanno fatto.

Freedom is not free, dicevano gli alleati anglo-americani mentre partivano sulle navi da guerra per difendere la libertà degli europei, schiacciata dal pugno di ferro del regime nazi-fascista. La liberazione in Europa è arrivata solo nel 1945 e molti di loro sono morti. Dopo di loro altri hanno invece adottato, perché più conveniente, il motto mafioso del “fatti i c. tuoi, se vuoi star bene”. Per costoro la libertà deve avere costo zero. Probabilmente loro pensano che a ripagare il sacrificio di coloro che sono caduti per la nostra libertà sia bastante l’inchino e il bacio alla bandiera che i nostri presidenti non hanno mai fatto mancare nei giorni della memoria.

Oggi non sono più i nazi-fascisti a far paura in Europa, basta un Putin qualunque, anche lui accecato però, come Hitler e Mussolini, dall’ambizione di costringere interi popoli ad inchinarsi alla sua grandezza o morire. Chi è che non ha paura, tutti hanno paura, quando vedono il diavolo! Di più ovviamente quelli che adesso sono obbligati a combattere. Gli ucraini per difendere la loro libertà. I russi per obbedire al loro tiranno.

Mi chiedo come faccia quel demone ad apparire sorridente in televisione dopo l’enorme quantità di gente, anche del suo stesso popolo, finita massacrata nella sua infernale guerra d’invasione. Tuttavia, proprio perché è un demone, fargli vedere di aver paura è come invitarlo a riprovarci tra un paio d’anni almeno con quelli più paurosi.

Allora, piuttosto che continuare in questa strategia attendista che fa solo aumentare le stragi e la paura dei pacifisti nostrani, si potrebbe chiedere agli ucraini di attivare un contatore elettronico come quello degli americani che dà in tempo reale la misura del debito pubblico americano (attualmente pari a 31 trilioni, 211 miliardi, 463 milioni, ecc. Equivalente ad un debito di circa $93.660 a testa per ogni cittadino). Gli ucraini dovrebbero invece usarlo per addizionare a livello giornaliero il numero delle vittime e i miliardi di danni che la Russia ha prodotto e ancora produce sul suolo ucraino con la sua spietata aggressione.

Anzi, l’Italia, o l’Europa intera, potrebbero addebitare alla Russia anche gli “extra-costi” del gas e metterli tra i crediti del bilancio statale invece che trattenerli dagli extra-utili delle partecipazioni statali. I rincari son tutti dovuti alla guerra che la Russia ha voluto avviare arbitrariamente, quindi si potrà richiedere il rimborso dei danni procurati e inviare giornalmente alla Russia il conto aggiornato da pagare.

Il combinato disposto delle bare che tornano in Russia con dentro i loro figli morti, insieme all’assillo dei conti da pagare, procurerà anche ai leader russi qualche preoccupazione, perché tutti sanno che ormai questa guerra non potrà mai finire con una completa vittoria russa e che ogni giorno in più allungherà anche quel conto da pagare.

Anche Putin sa benissimo che non può vincere questa guerra, infatti è già chiaro che sta cercando di fissare alcuni “paletti” per segnare quello che non vorrà restituire. Ma più di quello non potrà mai avere. Più la guerra va avanti e più rischia di perdere anche quel poco (ma importante) che fin qui è riuscito a conquistare. La minaccia atomica di Putin serve solo a spaventare i deboli, utile solo alla propaganda, però l’Europa deve ringraziare la Nato. Senza lo scudo Nato i carri armati russi sarebbero già entrati in profondità anche in Europa. Ma da ora in poi la Russia sarà il sorvegliato speciale da tutti per molto tempo.

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