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Capodanno a Marrakech, la città imperiale del Marocco

Non è la capitale, ma tutti la conoscono (e la amano). Da Piazza Djemaa el-Fna fino alla Medina, viaggio di fine anno a Marrakech, una delle mete storiche del Marocco

Testo e Foto di S.Meconi - Alpitour World

È il simbolo di un paese che, non rinunciando alla modernità e allo sviluppo, è divenuto una meta irrinunciabile del Maghreb e un vero e proprio museo a cielo aperto delle tradizioni marocchine. Marrakech, circondata da colori sfavillanti e da profumi di spezie, è la città delle sfumature rosse, quelle della piazza Djemaa el-Fna al tramonto o delle vicine montagne dell’Atlante.

Un susseguirsi di ricchezze architettoniche tipiche dello stile e dell’arte islamica, dove convivono istanze autoctone e bellezze straniere. Una meta che, con le sue tante sfaccettature, ben si presta a un viaggio a Capodanno. Soprattutto se chi l’organizza è Made by Turisanda, il brand di Alpitour World dedicato alle passioni dei viaggiatori e alla partecipazione agli eventi naturali ed umani nei luoghi più belli del mondo.

I monumenti di Marrakech, la città della Koutobia

Due, tre o cinque? Non c’è un numero giusto di giorni per visitare Marrakech, perché tutto dipende dalla capacità dei viaggiatori di saperne carpire l’essenza e le bellezze. Un’esplorazione urbana che non può che cominciare da Djemaa el-Fna (ma troverete il suo nome reso in molti modi diversi, sappiate solo che il nome originale significa piazza della Moschea dei morti), la più grande e significativa piazza della città, luogo di ritrovo e di cultura, tale che la stessa UNESCO nel 1985 l’ha inserita nel novero dei patrimoni dell’Umanità.

In questa piazza triangolare, sulla quale affacciano la kasbah e la moschea della Kutubiyya, ogni momento della giornata è scandito da attività diverse: dal mercato diurno ai cantastorie e ai danzatori della sera, mentre dall’alto i vari cafè sono adatti a godersi un tè alla menta con vista su questa incredibile moltitudine colorata di persone e attività.

Benché non sia visitabile dai non musulmani, la Kutubiyya è la moschea più significativa di Marrakeck, il cui imponente minareto (70 metri alto, 13 largo) è costruito sulla falsariga della Giralda di Siviglia. Guardando entrambi gli edifici dall’esterno si ammira l’imponenza dello stile islamico tradizionale, sobrio e monumentale.

E a proposito di architetture particolari, molte abitazioni marocchine sono ispirate ai riad, edifici a due piani con un portico alberato e una vasca centrale. Un po’ lo stile che ritroverete nella visita ai Giardini Majorelle, la cui fama non si deve solo al loro realizzatore, Jacques Majorelle, ma soprattutto alla celebre coppia Yves Saint-Laurent e Pierre Bergé, che restaurarono la grande villa dai muri blu – oggi sede del Museo Pierre Bergé delle Arti Berbere. Un’oasi di pace, un idillio di colori che racchiude la cultura Amazigh con tocchi francesi, un fil rouge ben evidente in tutto il Marocco, che usa la lingua neolatina in affiancamento all’arabo.

Ci sono molti altri monumenti e luoghi di interesse da visitare in città: i resti dell’imponente El Badi, palazzo seicentesco decorato con oro e marmo italiano; le Tombe Sa’diane, che cingono la zona della Kasbah e ospitano le sepolture della famiglia regnante tra XVI e XVII secolo; i giardini Menara e Agdal, luoghi di ritrovo e incontro.

Shopping in città: suq di Marrakech e la Medina

Nell’urbanistica araba, la medina è il tipico quartiere antico e sede delle principali istituzioni civili e religiose, dalle moschee ai palazzi del potere, senza dimenticare i mercati tradizionali e le botteghe artigiane, quest’ultime divise con i suq (o souq).

La medina di Marrakech conserva intatte le atmosfere tradizionali, un caos musicale di ceramiche, pelle e ogni genere di bellezza artigianale che spingerà allo shopping sfrenato in cerca di souvenir d’autore da riportare con sé. Si contratta, si alza la voce, la bellezza di questo luogo è la sua apparente mancanza di regole, se non quella della chiusura del venerdì, giorno della preghiera, in cui il silenzio è interrotto solo dal canto del Muezzin.

Tornando verso Jemaa el-Fna, le bancarelle coloratissime del suq sono invece ideali per uno shopping meno ricercato, ma nettamente più turistico, dove spesso bisogna fare attenzione tra le proposte di qualità e quelle realizzate con materiali di scarso valore.

Da poco a tanto, chi cerca l’esclusività del prodotto non deve sentirsi deluso: anche a Marrakech esiste la possibilità di uno shopping esclusivo, ma a posto delle boutique ci sono eleganti Riad dove sorseggiare tè in ampi giardini mentre si provano abiti, si toccano tessuti e si soppesa la bellezza dei gioielli. Gli indirizzi irrinunciabili? Rue Sidi Abdel Azize Amsfeh, Rue Moussaine, Bab Doukkala.

Fuori Marrakeck: escursioni nel deserto

Sono circa 200 i chilometri che separano Marrakech da Ouarzazate, chiamata con l’amichevole soprannome di Hollywood del deserto. Molti film con ambientazioni arabeggianti o desertiche sono stati girati qui, tra le vette dell’Alto Atlante, in un contesto di grande bellezza e rilevanza dove insistono architetture tradizionale che, da sole, valgono la pena del viaggio.

Dopo aver superato il grande lago artificiale di El Mansour Eddahbi, è difficile resistere al fascino delle Gole del Dades, un grande passaggio nel deserto le cui strade sono un susseguirsi di curve e tornanti in un contesto “marziano”.

Più vicina invece è la costa dell’Atlantico, per chi volesse ammirare lo spettacolo dell’Oceano: le città da raggiungere sono Essauoira o Safi.

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