Riferimenti identitari che compaiono e parole come “ecologia” che spariscono. Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni parte con un cambiamento linguistico in chiave identitaria. Il più importante riguarda il ministero delle Politiche agricole che diventa Agricoltura e Sovranità alimentare sotto la guida del suo fedelissimo Francesco Lollobrigida. Si tratta della modifica più discussa per il richiamo alla “sovranità”, anche se c’è chi fa notare che un nome sostanzialmente identico esiste anche in Francia. Addio anche allo Sviluppo Economico, con Adolfo Urso che entrerà a Palazzo Piacentini – recentemente finito al centro delle polemiche per il ritratto di Benito Mussolini – che ospiterà il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Identità nella sostanza, meno nella scelta linguistica.

Ritorna anche lo Sport, accompagnato dai “Giovani”, ministero certamente caro a Meloni che nel governo Berlusconi guidò quello della Gioventù. Altra novità è quella legata alle pari opportunità, che resistono nel ministero affidato a Eugenia Roccella ma scivolano in fondo alla dicitura che sarà della Famiglia, Natalità e delle Pari Opportunità. A naso, un richiamo alle priorità della neo-ministra che in campagna elettorale arrivò a dire che “l’aborto non è un diritto”. Mentre il ministero dell’Istruzione, guidato da Giuseppe Valditara, si arricchisce del “Merito”, altra scelta che farà discutere la scuola pubblica. Da segnalare poi la scomparsa totale del ministero della Transizione digitale, finora guidata da Vittorio Colao, e l’addio alla Transizione ecologica. La parola “ecologia” scompare, con ogni probabilità non a caso dopo una campagna elettorale durante la quale più volte è stata sottolineata la volontà di rallentare sulla transizione e puntare sul nucleare.

Al posto della Transizione ecologica torna quindi un più generico Ambiente, accompagnato dalla “Sicurezza energetica” che sarà guidato da Gilberto Pichetto Fratin, finora viceministro allo Sviluppo Economico. Curiosità: le Mobilità sostenibili restano insieme alle Infrastrutture con alla guida Matteo Salvini, da un mese in aperta polemica con il sindaco di Milano Beppe Sala per lo stop ai motori diesel dentro l’Area B di Milano. “Lasciare a piedi chi non ha i quattrini per comprare un’auto all’avanguardia è una scelta contro le persone”, è arrivato a dire il neo-ministro durante un presidio contro la scelta dell’amministrazione di centrosinistra.

“Nell’elenco dell’onorevole Meloni delle ‘nuove’ denominazioni dei ministeri manca solo il dicastero delle Colonie e quello delle Corporazioni, per il resto è la fotografia del tentativo di una restaurazione nell’Italia del 2022″, ha sottolineato il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. “A questo disegno profondamente ideologico della destra – prosegue il leader di Si – si accompagna una compagine di governo di livello mediocre, che non riuscirà a dare risposte ai problemi del Paese, se non aggravarli”.

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