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Marcia su Roma, a Piacenza una cena per il centesimo anniversario. Bonaccini: “Fu prologo del fascismo, no a celebrazioni”

La serata è stata organizzata dall'Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi della Repubblica sociale italiana ed è rivendicata da Pino De Rosa, segretario dell'Unione generale del lavoro ed ex politico di Fiamma Tricolore. Pietro Visconti, direttore del quotidiano "Libertà" che ha rivelato l'iniziativa: "situazione da brividi"

“Nel ricordo della Rivoluzione che giunge al centesimo anniversario, ceneremo insieme cameratescamente”. Per il prossimo 28 ottobre, il giorno della marcia su Roma, l’Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi della Repubblica sociale italiana ha organizzato una cena nel centro di Piacenza, in un ristorante vicino a piazza Cavalli. L’iniziativa è stata raccontata dal quotidiano Libertà che spiega come abbiano aderito già diverse persone. La locandina che pubblicizza l’evento riporta anche lo stemma fascista dell’aquila e la serata viene definita una “cena tra camerati”.

Pino De Rosa, segretario dell’Unione generale del lavoro ed ex politico di Fiamma Tricolore, non nega che la cena si terrà: al contrario, per giustificare l’evento spiega come si svolga da molti anni e che “non ha alcuna valenza politica né aspirazioni programmatiche ma è solo un’iniziativa privata oltre che un coraggioso esercizio di libertà”. De Rosa rivendica anche di voler “affrontare temi che attengono alla storia del popolo italiano senza ipoteche pregiudiziali”. Il direttore di Libertà, Pietro Visconti, dalle pagine del giornale spiega che è “da brividi” che “un gruppo di nostalgici del fascismo, o più che nostalgici irriducibili, si radunino a cena per evocare il Mussolini che compì l’atto fondativo della dittatura”. Anche Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna condanna l’iniziativa, chiedendo l’intervento delle autorità competenti: “La marcia su Roma fu una manifestazione armata ed eversiva per favorire l’ascesa di Mussolini alla guida del governo italiano, prologo dell’ascesa del fascismo. Indegno celebrarla”.

Immagine d’archivio