Sul barcone con 38 persone. Il sindaco di Lampedusa: "È un inferno. Sono sindaco da 100 giorni e ho già visto 5 morti"
Due bambini morti, altri due ustionati, cinque donne ferite tra cui una donna incinta. Sono le notizie relative a quanto accaduto un barcone carico di migranti diretto a Lampedusa. Sul barcone c’erano 38 persone. I piccoli morti sono un maschietto e una femminuccia. Due le ipotesi: l’esplosione del motore che avrebbe investito i due bimbi- di uno e due anni – che erano vicini e che sono morti carbonizzati, oppure lo scoppio delle taniche del carburante provocato da una scintilla del motore, che i profughi cercavano di riaccendere, rimasto in panne durante la navigazione. Diversi i feriti: la più grave, madre di una delle piccole vittime, sarebbe una donna d 25 anni, incinta, intubata e trasportata in elisoccorso al Civico di Palermo. Ustionati anche altri profughi seduti a poppa dell’imbarcazione. Secondo le testimonianze dei migranti la madre dell’altro bimbo deceduto sarebbe dispersa in mare. Le salme dei bambini sono già sbarcate a molo Favarolo. Insieme alla donna intubata l’elisoccorso ha trasportato da Lampedusa a Palermo un bimbo di due anni con ustioni in tutto il corpo e un ragazzo con ustioni alle gambe. Un altro elisoccorso, partito da Pantelleria, ha recuperato altri due feriti. L’operazione di soccorso è coordinata dalla sala operativa del 118 di Palermo diretta da Fabio Genco.
È stata aperta un’inchiesta per stabilire cosa abbia innescato l’incendio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato. La procura di Agrigento, con il facente funzioni Salvatore Vella, coordina l’inchiesta aperta dalla Guardia costiera. Il capo dei pm sta coordinando il comando generale della Capitaneria, la Guardia costiera di Lampedusa e la Squadra Mobile. “Ci sono due bambini piccolissimi morti bruciati e diversi feriti – conferma il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella – . I migranti sono stati trasbordati sulle unità di soccorso e il barchino è stato lasciato alla deriva ancora galleggiante”. Nessuno ha certezza di quello che sia avvenuto sul quella carretta del mare, ma il fatto che il barchino sia stato lasciato alla deriva ancora galleggiante è indicativo del fatto che non può esserci stata una esplosione sul natante. Spetterà comunque all’inchiesta, che è stata appena aperta, fare chiarezza su cosa abbia determinato l’incendio a bordo.
L’imbarcazione a bordo della quale hanno perso la vita due bambini era stata segnalata in difficoltà questa mattina “in area di responsabilità Sar maltese, in prossimità dei limiti dell’area Sar italiana” da un motopesca tunisino che ha contattato la Guardia costiera di Lampedusa secondo quanto riferisce la stessa Guardia costiera. In accordo con le Autorità maltesi – che hanno coordinato l’invio di mezzi – una motovedetta della Guardia costiera di Lampedusa è stata inviata sul posto e ha recuperato 38 migranti, parte dei quali già soccorsi dal peschereccio, tra cui anche i corpi privi di vita di due minori. Il motopesca tunisino, intervenuto per primo in soccorso, prosegue la Guardia costiera, “ha riferito di un’esplosione avvenuta a bordo del barchino. I migranti soccorsi sono giunti a Lampedusa mentre, al momento, risulterebbe dispersa ancora una donna. Un aereo ed una motovedetta della Guardia Costiera sono impegnati nelle operazioni di ricerca”.
“Il presidente della Commissione Europea venga a Lampedusa a vedere quello che succede. È un inferno. Sono sindaco da appena 100 giorni e ho già contato 5 morti”. Lo ha detto il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, appresa la notizia dell’ennesima tragedia che si è registrata nelle acque antistanti a Lampedusa. “L’Europa deve fare immediatamente qualcosa, non è più possibile far morire la gente”, ha aggiunto, sotto choc, Mannino che si trova a Linosa per una inaugurazione. “Da dieci anni bambine e bambini innocenti muoiono di fame, di sete, ustionati, annegati in mare. È il grande genocidio nel Mediterraneo di questo secolo” dice Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia. “Anche stavolta, come in passato, siamo spettatori inermi. Fanno male certe notizie, proviamo tanta rabbia e tristezza per questi 10 anni di colpevole indifferenza. Non scrivo più neanche basta. Mi inginocchio e chiedo scusa. Spero lo facciano anche i più umani tra i leader europei che sono prima di tutto padri e madri e tutti gli uomini e le donne che hanno a cuore l’umanità – prosegue – È un giorno tristissimo”.
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