Artem Uss, l’imprenditore russo arrestato lunedì dalla Polaria all’aeroporto di Milano Malpensa su mandato degli Stati Uniti per contrabbando di tecnologie militari e petrolio, elusione delle sanzioni e riciclaggio per milioni di dollari, ha negato il consenso all’estradizione verso gli Usa. Lo ha detto presentandosi all’udienza per identificazione e audizione davanti alla Corte d’Appello di Milano. Andrà avanti ora il procedimento sull’estradizione, che potrebbe durare anche alcune settimane. 40 anni, figlio del governatore russo di Krasnoyarsk Artyom, il manager è stato arrestato lunedì mentre stava per imbarcarsi su un volo per Istanbul. Rischia fino a 30 anni di carcere, con le autorità russe che gridano invece al complotto. Il Cremlino è intervenuto oggi sulla vicenda, condannando “la pratica dell’arresto di cittadini russi all’estero” e aggiungendo che “le missioni diplomatiche russe faranno del loro meglio per proteggere gli interessi di Uss, detenuto in Italia”, ha aggiunto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.
Scortato dagli agenti della Polaria, è stato informato del mandato di arresto e condotto nel carcere di Busto Arsizio, in provincia di Varese. Il mandato di cattura emesso nei suoi confronti dal Dipartimento di Giustizia americano fa riferimento a una serie di reati che hanno trasformato la vicenda in un caso di rilevanza internazionale. In base ai 12 capi d’imputazione, con Uss sono accusati – riferisce la Tass – anche i connazionali Yury Orekhov, fermato sempre lunedì in Germania, Svetlana Kuzurgasheva, Timofey Telegin e Sergey Tulyakov, e i commercianti di petrolio venezuelani Juan Fernando Serrano Ponce e Juan Carlos Soto. Per gli inquirenti americani sono coinvolti nell’”orchestrazione di un complesso sistema per ottenere illegalmente tecnologia militare statunitense e petrolio sanzionato dal Venezuela”. Avrebbero contrabbandato milioni di barili di petrolio e riciclato decine di milioni di dollari per conto degli oligarchi russi attraverso una miriade di transazione con società di comodo e criptovaluta. Una vera e propria spy story nell’ambito della quale, per gli investigatori dell’Fbi, avrebbero “minato la sicurezza, la stabilità economica e lo stato di diritto di tutto il mondo”.