La 26enne Courtney Clenney ha ammazzato il fidanzato a coltellate e ora è in carcere. Accusata di omicidio volontario. Ma a sei mesi dal delitto, il colpo di scena. Lei ha sempre sostenuto di aver agito per legittima di fesa e ora spuntano le prove che avvalorano il suo racconto, per cui potrebbe esser presto scagionata
“Lui mi perseguitava, l’ho ucciso ma mi sono solo difesa”. Lei era una modella di OnlyFans e un personaggio super popolare su Instagram, con due milioni di follower. Ma la vita di Courtney Clenney a 26 anni è cambiata: ha ammazzato il fidanzato a coltellate e ora è in carcere. Accusata di omicidio volontario. Ma ora, a sei mesi dal delitto, il colpo di scena. Lei ha sempre sostenuto di aver agito per legittima di fesa e ora spuntano le prove che avvalorano il suo racconto. Soprattutto una telefonata alla polizia, due giorni prima del delitto: “Aiutatemi, c’è il mio ex che mi perseguita”. Facciamo un passo indietro. All’aprile scorso. In un lussuoso appartamento di Miami. I due erano stati insieme per due anni, ma la relazione era ormai naufragata tra accuse contrapposte. Lei lo accusava di essere diventato violento. E lui? Faceva altrettanto, sostenendo di essere vittima delle sue angherie e delle sue scenate. Un clima insopportabile. Preceduta da mesi di liti violentissime, che avevano costretto i vicini allarmati a chiamare ripetutamente la polizia. Era anche partita una petizione perché fossero sfrattati. Nessuno ne poteva più di loro.
Una continua escalation: finisce nel sangue dopo l’ultima colluttazione, fatale. Sì, perché lei sostiene di essere stata aggredita, di aver impugnato il coltello per dissuadere il fidanzato violento ma di aver subito ancora un assalto. Afferrata con le mani alla gola, ha sferrato il colpo letale d’istinto. Poi c’è la drammatica telefonata al 911, il numero d’emergenza che corrisponde al nostro 112, resa pubblica dagli inquirenti. Si sente lui in sottofondo che si lamenta: “Non riesco a sentire il mio braccio, non riesco a sentire il mio braccio“. Lei grida: “Il mio ragazzo sta morendo per una coltellata!“. Poi piange e si rivolge a lui: “Baby, mi dispiace così tanto!”. L’uomo, Christian Obumseli, un anno più grande di lei, viene trovato dalla polizia senza vita. Accoltellato al petto. Le indagini non si mettono subito bene per Courtney. Un’amica della coppia sostiene che era la modella a essere violenta nei confronti del suo ex fidanzato in passato. Ashley Vaughn testimonia: “L’abbiamo vista picchiarlo. Mai che lui picchiasse lei”. E Larry Handfield, l’avvocato della famiglia Obumseli, ricostruisce che la polizia aveva visitato la coppia in almeno quattro occasioni per le chiamate dei vicini ma che la vittima non era mai stata arrestata o denunciata. Quattro mesi dopo la modella viene arrestata. E’ alle Hawai, in una clinica. E’ ricoverata per abuso di sostanze e disturbo post-traumatico. Finisce in cella, in attesa dell’estradizione in Florida.
Le indagini successive fanno emergere però una seconda verità. Due giorni prima dell’omicidio lei aveva chiesto aiuto alla polizia, per le violenze dell’ex. Poi è comparsa la testimonianza di un altro amico, al quale lei si era rivolta: “Mi sta perseguitando. Voglio un ordine restrittivo contro Christian Obumseli”. E poi ci sono le immagini della telecamera di sorveglianza dell’ascensore condominiale poche ore prima della tragedia. Testimoni di un’altra, furibonda lite. Il portiere dell’edificio racconta: “Nell’atrio il suo ragazzo si è lanciato contro di lei”. Dopo questa svolta, ora si attende la decisione del giudice. Un processo ci sarà. Ma Courtney lo attenderà in galera oppure potrà tornare a casa.