Sono tredici gli indagati per il rogo di Stromboli dello scorso 25 maggio: 11 persone più due società, la ‘11 Marzo film‘ srl, produttrice della serie tv “Protezione civile” con Ambra Angiolini come protagonista, e la Best Sfx, la società di effetti speciali impegnata in quei giorni sul set. Tra gli indagati il produttore Matteo Levi e i responsabili degli effetti speciali Roberto Ricci e Elio Terribili. Assieme a loro anche 5 vigili del fuoco: Alessandro Romeo, Carmelo Siracusa, Antonino Lo Faro, Simona Pognant e Giuseppe Marra. E pure i due sindaci che si sono succeduti sono stati iscritti nel registro: Marco Giorgianni. sindaco di Lipari fino a giugno e Riccardo Gullo che ne ha preso il posto insieme al dirigente comunale Mirko Ficarra.

Per tutti il reato ipotizzato è disastro ambientale colposo, ma per i due sindaci e il dirigente pende anche un’indagine per omissione d’atti d’ufficio per non avere avviato lavori per la messa in sicurezza dell’isola prima del 12 agosto, giorno dell’alluvione. Questa l’ipotesi della procura da quanto si evince dall’avviso per accertamento non ripetibile, firmato dai pm Luca Gorgone e Carlo Bray, notificato agli indagati assieme alla nomina dei periti Gianni De Podestà, Lamberto Griffini, Maria Vietti e Diego Italiano. Un sopralluogo sui luoghi del rogo e su quelli maggiormente colpiti dall’alluvione è stato disposto dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).

In sostanza la procura siciliana, guidata dal facente funzione Giuseppe Adornato, vuol capire cosa successe il giorno del rogo ma vuole anche far luce sui mancati lavori di messa in sicurezza e i danni provocati dall’alluvione. Dal 25 maggio al 12 agosto, questo è il periodo di interesse delle indagini, ovvero dal giorno in cui sul set della serie tv targata Rai – proprio sopra la piazza principale dell’abitato – divampa un incendio che in pochissimo tempo si espande su entrambi i versanti dell’isola. Fiamme che hanno lambito le case e che sono state contenute da uno sforzo di tutti gli abitanti. I danni però sono stati devastanti e i fianchi feriti del vulcano mostravano già da maggio come non fosse più rimasta vegetazione a contenere eventuali piogge. Così è stato: il 12 agosto una forte alluvione ha ancora una volta messo in ginocchio la popolazione. “Non c’è scappato il morto per pochissimo, siamo stati fortunati”, ha sottolineato poco dopo il sindaco Riccardo Gullo.

La pioggia intensissima è arrivata alle 5 del mattino, quando tutti erano in casa. Tra i danni del nubifragio però anche il crollo di una parte di un costone sopra spiaggia lunga, una parte di terreno dove negli anni ’80-’90 erano stati interrati i rifiuti. Una discarica venuta giù ad invadere la spiaggia più ambita dell’isola e il suo fondale. Questi i fatti, adesso restano gli interrogativi: perché i produttori hanno deciso di appiccare un vero fuoco nonostante fosse vietato? Un’ordinanza comunale vieta infatti di accendere fuochi in giorni di scirocco e proprio quel giorno era previsto il forte vento da sud-est che ha spinto le fiamme verso l’abitato. Chi ha preso questa decisione? Chi ha autorizzato l’incendio? I vigili del fuoco erano sul posto o è vero quanto detto subito dopo dal comando generale e cioè che nessuno di loro era presente? Ma non c’è solo il rogo: dopo il 25 maggio si poteva intervenire per evitare i danni di un’alluvione?

Queste sono alcune delle domande sulle quali si sta già muovendo la procura barcellonese che ha ordinato il sopralluogo e nominato i periti. “Credo che l’estensione a me dell’indagine sia funzionale al fatto di attingere tutte le informazioni fino ad oggi, ma è solo la mia opinione”, spiega il sindaco Gullo che ha firmato la delibera di giunta per la nomina del legale che ha reso di fatto pubblica l’indagine, dovendo pubblicare la delibera in albo pretorio. E spiega: “Per fare opere strutturali due mesi non sono sufficienti, io l’8 e il 9 ho scritto delle lettere alla forestale, ente gestore della riserva, luogo dell’incendio, ero già in allarme per eventuali piogge che però credevo potessero avvenire in autunno e non il 12 di agosto”. Nel frattempo alcuni lavori sono stati già affidati: “La realizzazione della strada per l’osservatorio, il rifugio sotto la piazza, la messa in sicurezza di un costone a Ginostra (abitato dall’altro lato dell’isola) e restauro della chiesa, mentre il lavoro di risanamento della spiaggia avviato prima che si sapesse dell’indagine ormai si sta concludendo: “Un lavoro che non prenderà molto tempo perché si tratta comunque di un’area limitata anche se comprende una parte a 50 metri di profondità”, spiega ancora il sindaco. Intanto le riprese della fiction si concluderanno sull’Etna dopo le tensioni tra la casa di produzione e l’amministrazione comunale. Gullo lo aveva detto a fine agosto agli strombolani: “La richiesta della “11 marzo” di continuare le riprese sarà respinta, a meno di un cambio di atteggiamento della società che non ha risposto a nessuna delle nostre richieste, come per esempio conoscere il numero della loro polizza, ma nel frattempo che restano qui in silenzio ci inviano una loro richiesta? Inaccettabile”.

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