Improbabile. Sì, quel periodo che va dalla seconda metà degli anni ’80 all’inizio dei ’90 può essere definito tranquillamente improbabile. Allegramente improbabile, meravigliosamente improbabile tra colori, musica e storie apparentemente strampalate ma che si rivelano bellissime. Nel calcio idem. Sì, prendete Gustavo Abel Dezotti ad esempio: centravanti argentino della Cremonese che segnava 30 anni fa al Verona con quel suo capoccione riccioluto stile Cristian de “I ragazzi del muretto” (tanto per restare alle considerazioni di sopra). Una storia in cui si intreccia di tutto: da Maradona a Nelson Gutierrez, da Roma a Cremona, dalla Coppa del Mondo a…Nino D’Angelo. Già: Gustavo Dezotti è figlio di quel Newell’s Old Boys costruito dalle fondamenta da Marcelo Bielsa che nasce dalla sua Fiat 147 che va in giro tra campi polverosi a trovare futuri talenti ed arriva a vincere il campionato nel 1988. Gustavo è veloce, molto, e per questo si guadagna il soprannome di “El Galgo”, il levriero: non è un goleador di prim’ordine, ma è smaliziato ed è bravo di testa.

Si guadagna la chiamata della Lazio, appena risalita in Serie A nel 1988 e che deve sostituire Monelli, passato al Bari: arriva a Roma con l’uruguaiano Gutierrez e soprattutto nello stesso giorno di Renato Portaluppi, appena comprato dalla Roma e presentato come un fuoriclasse. L’inizio di Dezotti è ottimo: 6 gol in Coppa Italia tra agosto e settembre, ma in campionato stenta e segna solo alla quarta, contro il Como su rigore. La punta è Ruben Sosa e Materazzi sposta Dezotti, che in fin dei conti la corsa ce l’ha, sulla fascia ma i risultati non sono buoni. Diventa il capro espiatorio del brutto momento della squadra, fino ad arrivare anche ad un litigio coi tifosi biancocelesti che gli preferiscono Rizzolo. Segnerà solo altre due volte: contro l’Inter e alla penultima contro la Samp, garantendo la salvezza ai biancocelesti. Poi arriverà il momento di cambiare aria e qui rientra l’improbabilità e la bellezza delle storie di quegli anni. Lo punta la Cremonese di Luzzara neo promossa in Serie A: l’allenatore Burgnich lo vuole fortemente. Il motivo? Come confesserà lo stesso Burgnich in un’intervista a Repubblica a segnalarglielo per primo è…Nino D’Angelo. Già, il cantante napoletano. Fatto sta che Burgnich lo ascolta e mettendo Dezotti centravanti e non tornante. E regala un’idolo al popolo grigiorosso.

Sì perché Dezotti rinasce: segna subito una doppietta al Brescia in Coppa Italia, poi fa 8 gol in Serie A nelle prime 13 giornate ritrovandosi capocannoniere sopra gente del calibro di Careca, Klinsmann, Van Basten. I suoi gol, 13 in Serie A, non bastano però alla squadra di Luzzara a salvarsi dalla retrocessione in Serie B. Gol che però valgono al Galgo i Mondiali: Maradona ha posto il veto su Ramon Diaz, mentre Dezotti è suo amico e così Bilardo lo convoca per difendere il titolo in Italia. Segnerà il rigore decisivo contro la Jugoslavia ai quarti, ma titolare contro la Germania Ovest in finale sarà espulso per un fallo di reazione su Kohler e quella resterà la sua ultima gara con la Seleccion. Dezotti torna a Cremona: resta anche in B e con i suoi gol è fondamentale per riportare la squadra grigiorossa nel massimo campionato, anche perché lui ne segna 11…la Cremonese in tutto 28 e viene promossa nonostante il secondo peggior attacco della categoria. E’ ancora una volta miglior marcatore della Cremo in Serie A nel 1991 92, sebbene i grigiorossi retrocedano di nuovo. In B El Galgo trova Gigi Simoni e soprattutto quello che diventerà un partner d’attacco ideale: Andrea Tentoni. Dezotti segna 13 volte, Tentoni 18 e la Cremonese non solo ritorna in A, ma vince anche il Torneo Anglo – Italiano, battendo in finale il Derby County per 3 a 1. Nell’ultima stagione in Lombardia segna 6 gol, riuscendo finalmente a contribuire alla salvezza della Cremonese, congedandosi con un gol all’ultima giornata contro il Genoa. La fine della carriera sarà tra Messico, Argentina e Uruguay, mentre oggi, intrapresa la carriera di direttore sportivo, è ancora legato alla Cremonese, rispolverando le maglie per salutare il ritorno in A dei grigiorossi e viceversa, con la squadra che ha celebrato l’ultimo Cremonese-Napoli pubblicando la foto del Galgo abbracciato a Diego. Un’immagine bella e basta di quegli anni belli e improbabili.

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