Dopo un 2021 da record, battuta d’arresto nei primi nove mesi del 2022. Lo dicono i dati illustrati da AIE (Associazione Italia Editori) alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, dove l’Italia sarà ospite d’onore dell’edizione del 2024. Da gennaio a settembre sono stati venduti libri per 1,022 miliardi, in calo dell’1,9% rispetto al 2021 ma comunque in crescita del 14,4% rispetto al 2019. Le copie vendute sono state 70,905 milioni, in calo dell’1,7% sul 2021 ma in crescita del 16,0% sul 2019. La forbice rispetto al 2021 si sta riducendo nelle ultime settimane, ma contemporaneamente si assottigliano i margini degli editori a causa dell’aumento dei costi di produzione e della carta in particolare.
E questo genera preoccupazione per l’ultimo trimestre dell’anno e per il periodo natalizio, sempre decisivi per determinare il risultato complessivo dell’annata. Anche se non è stato detto esplicitamente, anche gli ebook si stanno stabilizzando dopo le grandi crescite registrate all’esordio e il boom durante i periodi di lockdown. A Francoforte AIE ha presentato anche il Rapporto sullo stato dell’editoria relativo al 2021.
Nel post pandemia, l’editoria non solo ha retto, ma ha segnato un forte incremento in tutti i settori con vendite complessive pari a 3,429 miliardi di euro (+10,7%). Numeri che la confermano come prima industria culturale del Paese e quarta industria editoriale europea dietro solo a Germania, Regno Unito e Francia. Tra l’altro, nei primi sei mesi del 2022, Svezia e Francia hanno registrato un calo rispettivamente del 2,8% e del 3,5%, mentre la Germania una crescita dello 0,7%. Secondo le analisi di AIE, a trainare il mercato italiano è soprattutto uno zoccolo duro di lettori forti che leggono e comprano sempre di più. Gli italiani che dichiarano di aver acquistato libri di carta negli ultimi 12 mesi sono solo il 48% della popolazione tra i 15 e i 74 anni, il 51% se prendiamo in considerazione anche ebook e audiolibri.
Il 6% degli italiani dichiara di comprare più di 12 libri (a stampa e digitali) l’anno, il 9% da 7 a 11, il 12% da 4 a 6, il 24% da 1 a 3, il 49% nessuno. Chi legge più di sette libri l’anno è il 32% dei lettori, ma genera il 59% delle vendite. Dal Rapporto emergono anche forti disparità territoriali tra Nord e Sud, centro e periferia. Nel 2021, il 73% dei lettori ha privilegiato le librerie fisiche, mentre il 43% ha preferito acquistare online, in crescita di 5 punti percentuali rispetto al 2019, e in lieve flessione rispetto al 2020. Facilità a reperire libri che non si trovano altrove, possibilità di acquistare a ogni ora del giorno, risparmio di tempo sono i maggiori benefici percepiti da chi sceglie l’online.
Sul lato della produzione, il boom dell’e-commerce ha spinto gli editori a valorizzare ancora di più la propria offerta puntando soprattutto sul catalogo. I titoli in commercio, autopubblicati esclusi, sono stati nel 2021 1,331 milioni, in crescita del 5,3% rispetto l’anno precedente. Cresce anche il catalogo degli e-book, oggi di 550mila titoli, più 9% rispetto l’anno precedente. Nella ripartizione per generi, da sottolineare la crescita costante dei fumetti, oggi pari al 13% dei titoli di narrativa. Nel 2021 sono stati pubblicati 3.272 titoli, in crescita del 38,4% rispetto al 2010. Nel 2000 i titoli pubblicati erano stati solo 304. Il Rapporto dedica anche un piccolo spazio al fenomeno degli autopubblicati che non sono compresi nel conteggio complessivo dei titoli pubblicati. Le maggiori aziende specializzate in questo tipo di attività editoriale hanno mandato in stampa e distribuito 16.065 titoli nel 2021, in crescita del 55,7% rispetto al 2020. La crescita continua da diversi anni e conferma questo come un fenomeno strutturale.