Ogni sforzo per comporre un governo di basso profilo è stato compiuto.

Dicono che ieri sia stata la giornata trionfale di Giorgia Meloni, la prima donna a giungere nella stanza del potere, al centro del centro del potere. E’ una verità che non si può smentire, ma si deve smentire tutto il resto. Tutto.

L’esecutivo presenta avvallamenti, ombre, alcune bizzarre condizioni che nella recente storia repubblicana non si erano mai viste. Si sceglie come ministro della Difesa il presidente di una associazione che raggruppa – guarda un po’ te – aziende d’armi. Un conflitto di interessi grande quanto un carro armato e a nulla serve che il neo ministro Guido Crosetto spieghi di aver venduto ogni quota delle proprie aziende. Trascurando, colpevolmente, il cuore del problema: l’opportunità politica di ricoprire quell’incarico. Era opportuno che Crosetto, potendo scegliere, fosse mandato proprio lì? No.

Ed è stato opportuno nominare ministra del Turismo la titolare di aziende, alcune anche turistiche, che stanno vivendo gravi difficoltà economiche? Siamo nelle mani della Santanchè, e amen.

E quale è lo stile per cui il cognato della premier è chiamato a occupare la poltrona di ministro dell’Agricoltura?

E quello per cui il fratello del medico di Silvio Berlusconi è chiamato a fare il ministro della Pubblica amministrazione?

Alla faccia dell’alto profilo!

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