Un’assemblea davanti a 400 persone e il lancio di una rete di comitati locali. La sinistra che non si riconosce con la coalizione di Enrico Letta si è riunita a Roma e ha creato “Coordinamento 2050” per cercare di far partire un cantiere per “un polo progressista”. E alla base ci sono il sostegno a Giuseppe Conte, anche lui presente all’evento, e il dialogo con il Movimento 5 stelle. Tra i sottoscrittori della lettera ci sono alcuni volti noti a sinistra: Stefano Fassina, Loredana De Petris, Alfonso Pecoraro Scanio, Eugenio Mazzarella, Claudio Grassi, Pina Fasciani, Paolo Cento e Maurizio Brotini.

L’obiettivo, si legge, è formare “Coordinamento 2050”, un’associazione civica, ecologista e di sinistra. “Coordinamento 2050 – si legge in una nota – con autonomia politica ed organizzativa, ma senza velleità di fondare l’ennesimo partitino, avvia una relazione politica con il M5s guidato da Giuseppe Conte al fine di promuovere un credibile polo progressista, adeguato alle sfide per il governo di Comuni, Regioni e dell’Italia”. Tra le varie cose, si legge ancora, “si prevede anche la realizzazione, su tutto il territorio nazionale, di coordinamenti locali di percorsi civici, ecologisti e di sinistra con il coinvolgimento di rappresentanti del M5s. Il programma di lavoro prevede l’attivazione, nelle prossime settimane, di quattro workshop dedicati al caro bollette e alla transizione ecologica e digitale; alla politica internazionale e alle iniziative per la pace; al riscatto del lavoro e alla giustizia sociale; all’Autonomia differenziata. Infine, l’odg ha definito l’adesione alla manifestazione nazionale del prossimo 5 novembre, promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo per il cessate il fuoco subito e per un negoziato di pace”.

Conte, prendendo la parola in mattinata, ha parlato del nuovo governo e del possibile dialogo per le riforme. “Una legge elettorale è assolutamente urgente”, ha detto. “Dico al centrodestra, volete discutere di riforme e siete in buona fede? Allora ragioniamo insieme su una legge elettorale che assicuri adeguata rappresentatività specie dopo la riduzione dei parlamentari. Per Conte, “dobbiamo interrogarci su come superare questa legge elettorale ed assicurare un miglior funzionamento alle nostre istituzioni. Dobbiamo confrontarci su un percorso di riforme che non sia avventuroso. La sfiducia costruttiva potrebbe essere uno strumento concreto per evitare che il protagonista di turno non crei una crisi al buio come già è successo”. Parlando poi dell’esecutivo che ha giurato proprio in contemporanea, Conte ha detto: “Auguri a Giorgia Meloni. E’ una donna, ed è una svolta. Ma ci sono dei segnali inquietanti, e sono molteplici, ci sono tutti i segnali di una restaurazione identitaria. C’è la chiara indicazione che ci sarà una corsa al riarmo, che prevarranno le lobby delle armi mentre noi vorremmo le lobby della scuola, dei docenti, del personale sanitario, dell’università e della ricerca. Dobbiamo lavorare ed essere concentrati per contrastare questa deriva”, ha concluso.

Infine l’ex premier si è rivolto agli ex alleati dem: “La ‘rigenerazione’ del Pd “deve essere seria e anche conflittuale, perché deve portare a eliminare le “derive correntizie: se restano sempre li, non cambierà mai nulla perché è chiaro che le correnti favoriscono diventano centri di potere”.

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