"Amit era tutto nella mia vita”, ha detto all’AFP il 53enne Baruch. “Voglio essere di nuovo felice. E l’esercito ha la responsabilità di aiutarmi a diventare nonno". Il 12 maggio 2020 durante un raid militare israeliano in Cisgiordania suo figlio Amit venne colpito alla testa da un mattone scagliatogli addosso da un palestinese e morì
Il padre di un soldato israeliano ucciso vuole utilizzare lo sperma del figlio per diventare… nonno. Come riportano i quotidiani israeliani, a due anni dalla morte in servizio del soldato israeliano Amit Ben-Ygal, figlio unico, suo padre Baruch non ha rinunciato alla speranza di diventare nonno. “Amit era tutto nella mia vita”, ha detto all’AFP il 53enne Baruch. “Voglio essere di nuovo felice. E l’esercito ha la responsabilità di aiutarmi a diventare nonno”. Il 12 maggio 2020 durante un raid militare israeliano in Cisgiordania il 21enne Amit venne colpito alla testa da un mattone scagliatogli addosso da un palestinese e morì. Il padre riuscì ad estrarre lo sperma entro 72 ore dall’uccisione di suo figlio, abbastanza velocemente da poterlo congelare e farlo rimanere vitale per la fecondazione in vitro. Baruch ha oggi in programma di utilizzare lo sperma del suo defunto figlio per far “avere un nipotino grazie soprattutto all’aiuto di una volontaria. Ad oggi, in Israele, i diritti di fecondazione in vitro postuma sono riservati solo alle vedove dei soldati caduti in Israele, ma un disegno di legge in depositato in parlamento vuole estendere tali diritti ai loro genitori, definendolo un “obbligo morale” nei confronti delle famiglie i cui figli sono morti durante il servizio. Zvi Hauser che si è occupato della proposta di legge ha affermato che le preoccupazioni su questo insolito percorso verso la genitorialità “surrogata” possono essere mitigate attraverso moduli di consenso da firmare offerti ai soldati al momento dell’arruolamento e gestendo attentamente un elenco di madri che fungerebbero da volontarie.