“Genny“, così lo chiamano in molti, lo ripeteva a Saxa Rubra da qualche settimana alle persone più vicine: “Sarò ministro“. Aveva ragione. Gennaro Sangiuliano passerà dalla direzione del Tg2 alla guida del dicastero della Cultura. Succede a Dario Franceschini e scavalca la candidatura di Giordano Bruno Guerri. “La cultura è sempre stato il mio alimento. Sono orgoglioso di possedere una biblioteca di 15mila libri nella mia casa e di aver condiviso la mia conoscenza con molti studenti nei 20 anni di insegnamento all’università. Sono onorato di prestare questo servizio e sono grato a Giorgia Meloni. Renderò grande la cultura italiana”, le prime parole del neoministro.
Ha salutato in serata i colleghi del telegiornale passando il testimone ad interim al vicedirettore più anziano, Carlo Pilieci. “Con Giorgia ci conosciamo da anni, siamo legati da amicizia e stima. Tante volte ci siamo scambiati idee e libri, io lo ho dati a lei e lei a me”, aveva dichiarato qualche tempo fa. Lo scorso aprile era stato travolto dalle polemiche per aver partecipato alla convention milanese di Fratelli d’Italia, a settembre aveva poi presenziato alla Festa della Lega. In quota Carroccio era giunto alla direzione del “Tg2” nel 2018 ed era apparso sui social in compagnia di Matteo Salvini: “Amici”, il testo che accompagnava l’immagine. Con tutte le polemiche del caso. Ora l’ex direttore è nella squadra di governo in quota Meloni, così come in passato era stato accostato in Rai ad Alleanza Nazionale ma anche a Forza Italia.
“La tradizione del giornalismo italiano è politica. Ed è certamente più onesta una faziosità limpida ed esibita di una subdola terzietà”, spiegava qualche anno fa in un’intervista al Foglio, rivendicando allo stesso tempo l’equilibrio politico sempre mantenuto dal suo telegiornale: “Basta vedere i dati dell’Osservatorio di Pavia. E questo perché sto attento al minutaggio, sono maniacalmente attento che ci siano tutte le voci”. Sangiuliano, classe 1962, è da sempre vicino agli ambienti del centrodestra: da giovanissimo ha fatto parte del Fronte della Gioventù e dal 1983 al 1987 è stato consigliere circoscrizionale del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale nel quartiere Soccavo di Napoli.
Nel 2001 la candidatura alla Camera per la Casa delle Libertà ma senza elezione. Il giornalismo è un percorso parallelo, dopo la laurea in Giurisprudenza alla Federico II e il dottorato di ricerca in Diritto ed Economia, prende il via la sua carriera: “Canale 8”, “L’Opinione del Mezzogiorno”, “L’Indipendente” e la direzione del quotidiano “Roma” dal 1996 al 2001. Collabora per diverse testate, tra cui “l’Espresso“, “Il Sole 24 ore“, “Il Foglio” ai tempi della direzione di Giuliano Ferrara, “Il Giornale“. La svolta nel 2003 con l’arrivo a Viale Mazzini, dove comincia la sua carriera nelle testate regionali, diventa caporedattore e si trasferisce al “Tg1”. Un lungo percorso da inviato (dalla Bosnia al Kosovo all’Afghanistan) poi nel 2009 la promozione come vicedirettore, tg diretto ai tempi da Augusto Minzolini, nove anni dopo, a ottobre 2018, la nomina alla direzione del “Tg2”.
“Il passaggio da Saxa Rubra al Collegio Romano? Una grande responsabilità in cui metterò tutto il mio impegno e la mia concentrazione. Il mio motto sarà la canzone civile ‘All’Italia’ di Giacomo Leopardi che inizia così: ‘O patria mia,, vedo le mura e gli archi e le colonne e i simulacri e l’erme torri degli avi nostri, ma la gloria non vedo’”, ha commentato a caldo. Da tempo Sangiuliano scrive libri, soprattutto biografie, da quella di Giuseppe Prezzolini (l’anarchico conservatore, 2008) a quella di Putin (Vita di uno zar, 2015), ma anche una dedicata a Hillary Clinton (Vita in una dynasty americana 2016), Trump (Vita di un presidente contro tutti 2017) e Xi Jinping (Il nuovo Mao. Xi Jinping e l’ascesa al potere nella Cina di oggi, 2019). Sulla sua vita privata è molto riservato ma sono note le nozze con la collega giornalista Federica Corsini, matrimonio celebrato nel 2018 con un testimone di nozze d’eccezione, Maurizio Gasparri.