Nel cuore di Napoli, in Corso Amedeo di Savoia, la strada che collega il Rione Sanità a Capodimonte, a due passi dalle catacombe di San Gennaro, c’è la camiceria di Alberto Nolano. Una bottega che questo giovane artigiano ha aperto nel 2015, quando era appena trentenne, coniugando la sua passione per la sartoria con l’esperienza di una famiglia intera. Con un obiettivo ben preciso: realizzare la camicia perfetta, quella completamente su misura “come fatta in casa”. Oggi di anni ne ha 37 e, dopo aver superato sfide e difficoltà tra cui lo stop a causa pandemia, si è costruito un giro di clienti internazionali a cui offre un servizio altamente personalizzato, con tanto di appuntamento a domicilio in tutta Europa per prendere le misure e fare la prima prova. A lavorare con lui ci sono ancora sua madre, sua zia e gli attrezzi per la macchina da cucire della nonna Addolorata. Tra i tavoli in legno, tessuti selezionatissimi, il metro da sarto e i cartamodelli dei colletti, è con la massima accuratezza che qui si creano camicie, proprio come facevano i sarti di un tempo. E, appese alle pareti, ci sono i cornetti rosso brillante, perché siamo pur sempre a Napoli. Abbiamo chiesto ad Alberto di raccontarci la sua storia, la storia di un ragazzo che ha deciso di restare in questa città troppo spesso associata solo ai suoi problemi; per riscoprire e rilanciare quell’antica vocazione della sartoria napoletana che nell’8-900 attirava gentiluomini, nobili, borghesi e letterati che giungevano ai piedi del Vesuvio apposta per farsi confezionare abiti, camicie e scarpe su misura. La sua bottega è uno degli oltre 100 luoghi della moda aperti questo weekend (22 e 23 ottobre) grazie all’iniziativa ApritiModa.
“La mia passione per la sartoria come spesso accade, nasce proprio da un’esigenza: conciliare la tradizione di famiglia della camiceria, con le richieste dei miei stessi amici che desideravano indossare capi su misura, qualcosa di unico e pensato per loro. Cosi, dopo aver frequentato per un breve periodo l’Accademia di Moda e un corso di Modellistica per camiceria su misura, ho deciso di aprire un laboratorio tutto mio, nel quartiere dove sono cresciuto, il Rione Sanità. È un quartiere popolare, difficile, con le sue contraddizioni, e non nascondo che all’inizio c’era una certa diffidenza. Non è stato facile farmi conoscere, oltretutto qui ci si arriva solo a piedi e all’epoca questa zona era fuori dai grandi percorsi turistici”, ci racconta Alberto. “Ho iniziato a fare quello che desideravo davvero, ovvero confezionare camicie su misura. Completamente fatte a mano, rivisitando il classico taglio di sartoria in una chiave più contemporanea, armonizzando le linee e la vestibilità della camicia al corpo e alle forme dei miei clienti. Con il tempo e grazie al passaparola il nome si è sparso e hanno iniziato ad arrivare sempre più persone. In contemporanea ci sono stati grandi progetti di riqualificazione e valorizzazione del rione, in primis la riapertura delle Catacombe, e così anche gli stranieri hanno iniziato a scoprire la bottega”.
Quando arriva un cliente, è Alberto a prendere le misure, proprio come si faceva una volta. Sua zia si occupa, assieme ad altre ricamatrici professioniste, dei ricami e della confezione; mentre la madre dello stiro. È proprio questo il segreto dell’altissima qualità di queste camicie, ognuna delle quali è un pezzo unico durevole nel tempo: “Bottoni, cuciture cosi come le rifiniture di polsi e colletti sono tutti ricamati a mano, e non adesivati come usano le camicerie industriali”, ci spiega il giovane Nolano. “Ogni capo richiede circa 6/7 ore di lavorazione, quindi – in media – dalla prima prova alla consegna passa una settimana”. I suoi clienti sono di ogni età, uomini sopratutto, giovani in cerca del capo originale o professionisti affermati che qui compongono la propria “divisa”: “Chi viene qui non fa un semplice acquisto, ma una vera esperienza dal sapore retrò – prosegue Alberto, con animato dalla passione che ogni giorno lo guida nel suo lavoro -: ho un archivio con tutti i cartamodelli personali dei miei committenti, così che poi basta un colpo di telefono e gli faccio arrivare una nuova camicia pronta da sfoggiare. C’è chi ha proprio diversi cartamodelli a seconda del modello e del fitting, casual, sportivo, classica…E poi ovviamente c’è l’e-commerce, organizzo appuntamenti a domicilio per chi non può venire a Napoli. Con il fatto che siamo rimasti in pochi, pochissimi, a fare questo mestiere, c’è grande richiesta”. “Mi piace pensare di aver dato il via ad una nuova era della Sartoria Napoletana, mettendo in pratica un artigianato 4.0. con la missione di coniugare l’antica tradizione sartoriale con un’approccio contemporaneo”. Certo, resta lo sconforto di vedere ancora tanti, troppi ragazzi disdegnare questo mestiere perché richiede costanza, dedizione e, soprattutto, una lunga gavetta: “La manualità si acquisisce solo con l’esperienza, i guadagni arrivano con il tempo. Fatico a trovare aiutanti, i giovani preferiscono lasciarsi attrarre delle sirene dei grandi marchi. Spero che un giorno possano capire che il vero valore del Made in Italy sta tutto in questi mestieri tradizionali”.