Adolescente muore dopo un bagno al lago per aver contratto l’ameba mangia cervello. Della vicenda di un ragazzo dello stato del Nevada, morto dopo un immersione nell’area di Kingman Wash, sul lato dell’Arizona del bacino idrico del fiume Colorado, dietro la diga di Hoover, ne parla in queste ore anche il Guardian. La causa della morte è stata confermata dal Centers for Disease Control and Prevention e dalle autorità sanitarie del Nevada settentrionale: naegleria fowleri soprannominata ameba mangia-cervello. “Attira l’attenzione della gente grazie al nome”, ha spiegato Brian Labus, un ex epidemiologo del dipartimento di salute pubblica.
“Ma è una malattia molto, molto rara”. Gli esperti spiegano che questa causa di morte dovrebbe indurre alla cautela, non al panico, tra le persone che frequentano laghi, fiumi e sorgenti d’acqua dolce. Il CDC, infatti, ha registrato solo 154 casi di infezione e morte per ameba negli Stati Uniti dal 1962. Quasi la metà di questi casi si è verificata in Texas e Florida. Solo uno è stato segnalato in Nevada prima di questa settimana. Secondo quanto affermano gli esperti questa rara ameba si trova in acque che vanno dai 25 ai 46 gradi. Il distretto e l’area ricreativa nazionale del Lago Mead, che sovrintende al lago e al fiume Colorado, hanno notato che l’ameba infetta le persone solo entrando nel naso e migrando nel cervello. E una volta finita lì è quasi sempre letale. “Non può infettare le persone se ingerita e non si diffonde da persona a persona”, si afferma nei comunicati stampa ufficiali degli enti di salute pubblica dello stato.
I consigli sono molto semplici a partire dal fatto di non fare il bagno in specchi d’acqua calda con “acque geotermiche non trattate”, e se proprio non si resiste è consigliato bagnarsi fino al petto in modo che testa, bocca, orecchie e naso non entrino in contatto con l’acqua dove potrebbe nascondersi l’ameba. “È fatale per il 97% ma prevenibile per il 99%“, ha affermato Dennis Kyle, professore di malattie infettive e biologia cellulare e direttore del Center for Tropical and Emerging Global Diseases presso l’Università della Georgia. “Puoi proteggerti non saltando nell’acqua o usando tappi per il naso”. L’ameba provoca la meningoencefalite amebica primaria, un’infezione cerebrale con sintomi simili alla meningite o all’encefalite che inizialmente includono mal di testa, febbre, nausea o vomito, per poi evolvere in torcicollo, convulsioni e coma che possono portare alla morte. I sintomi possono iniziare da uno a 12 giorni dopo l’esposizione e la morte di solito si verifica entro circa cinque giorni. Non esiste un trattamento efficace noto ai medici.